FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Draghi: la Brexit può causare una svalutazione delle monete mondiali

Il presidente della Bce mette in guardia il vertice Ue sui rischi economici che lʼEuropa deve affrontare

La Brexit può innescare una corsa alle svalutazioni competitive delle monete in tutto il mondo.

E' questo il timore del presidente della Bce Mario Draghi espresso al vertice Ue, secondo quanto riporta Bloomberg. "Temiamo le reazioni dei Paesi che provino a correggere ciò che loro vedono come un tasso di cambio errato - afferma -, cosa che potrebbe innescare svalutazioni competitive e incrementare i premi di rischio e le turbolenze".

"Non possiamo permetterci di non risolvere" i problemi delle banche, ha aggiunto Draghi esortando tutti i Paesi:: "E' ora di farlo". La Brexit secondo Draghi può avere un impatto negativo fino allo 0,5% del Pil della zona euro. Per il presidente Bce ci sarà una riduzione della crescita del Pil nei prossimi tre anni.

Londra in recessione? Un male per tutti - Se la Gran Bretagna dovesse finire in recessione, si legge nel documento, l'effetto sull'area euro sarebbe immediato. Tutti i mercati internazionali, avrebbe detto Draghi, sarebbero colpiti specialmente quelli dei cambi. La Bce ha così intensificato la cooperazione con le altre banche centrali sui movimenti valutari e, ha assicurato, farà tutto il necessario per assicurare la stabilità dei prezzi.

Trovare allineamento globale delle politiche monetarie - Quello a cui punta Draghi non è tanto un coordinamento globale delle politiche monetarie, che potrebbe non essere necessario, ma un "allineamento" delle politiche stesse. Lo aveva detto nel suo intervento al forum delle banche centrali a Sintra, in Portogallo, dove non si era pronunciato sull'uscita del Regno Unito dalla Ue, per concentrarsi invece sulla necessità di raggiungere una "comprensione avanzata tra le banche centrali sui percorsi relativi alla politica monetaria". Un percorso che dovrebbe condurre soprattutto "al miglioramento della comunicazione" tra gli istituti.

"Non dobbiamo solo pensare alla composizione delle politiche all'interno delle nostre giurisdizioni, ma anche alla composizione globale che può massimizzare gli effetti delle politiche monetarie, di modo che i nostri rispettivi mandati possano essere raggiunti nel modo migliore senza sovraccaricare ulteriormente la politica monetaria e limitando ogni ricaduta destabilizzante", ha spiegato Draghi, sottolineando che non si tratta di "una preferenza o di una scelta", ma è "semplicemente la nuova realtà che affrontiamo".

Le banche centrali si muovano insieme - Da un approccio di questo tipo, d'altra parte, non trarrebbero vantaggio solo le banche centrali ma anche l'economia globale, grazie alla riduzione degli effetti collaterali indesiderati che la cooperazione andrebbe a creare. "Politiche monetarie divergenti tra le maggiori banche centrali possano creare incertezza riguardo alle intenzioni future in termini di politiche, che portano quindi a una maggiore volatilità del tasso di cambio e a maggiori premi per il rischio", ha sottolineato ancora Draghi, rimarcando in particolare che "le svalutazioni competitive comportano perdite per tutti nell'economia globale, dal momento che portano solo a una maggiore volatilità del mercato, alla quale le altre banche centrali sono poi costrette a reagire per difendere i loro mandati domestici".

Il G20 è stato deludente - Il presidente della Bce ha inoltre citato "il deludente risultato dell'impegno del G20 per alzare la crescita globale del 2% con misure strutturali" come esempio di "come le intenzioni e le azioni possono divergere", contrapponendolo "all'esempio più di successo offerto dall'espansione globale di bilancio coordinata nel 2008-2009".