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Confindustria: "2015 sopra le attese, giù le tasse per rafforzare la crescita"

Buone notizie dal Centro Studi dellʼassociazione degli imprenditori: "Ripartita anche lʼoccupazione". Al governo: "Avanti con le riforme"

Confindustria squinzi
ansa

Segnali più che positivi sull'andamento dell'economia italiana. E' quanto sostiene il Centro Studi di Confindustria, nel suo report mensile. "I recenti progressi dell'economia italiana sono in linea o perfinosuperiori a quelli indicati dal Centro studi di Confidustria nello scenario di metà giugno - si legge infatti in una nota -. La priorità deve essere ora quella di proseguire la strada delle riforme, inclusa la riduzione del carico fiscale".

"Ripartita l'occupazione" - Per l'associazione degli imprenditori guidata da Giorgio Squinzi, ci sono buone notizie anche sul fronte Lavoro: "In Italia l'occupazione è ripartita e nel complesso avanzerà in presa diretta con i progressi della congiuntura. Tutto ciò consolida la fiducia e la capacità di spesa delle famiglie".

I dati del Centro Studi - Nell'industria, indica il Centro studi, "produzione, fatturato e ordini accelerano, tirati dalla domanda interna come prova il balzo dell'import. Gli indicatori danno investimenti in recupero. L'offerta di credito si allenta e le misure appena varate per smaltire le sofferenze aiuteranno il rilancio dei prestiti bancari".

Lo scenario mondiale - Anche gli scenari internazionali rafforzano l'ottimismo: "Il costo del petrolio è del 10% più basso e, con il ritorno del greggio iraniano, tenderà a scendere. Il cambio dell'euro contro dollaro è sceso del 5% e l'avvio, sempre più vicino, della normalizzazione della politica monetaria della Fed lo schiaccerà ulteriormente. Mentre l'acquisto di titoli da parte della Bce ripiegherà i tassi di mercato".

La ripresa nell'Eurozona, indica ancora Confindustria, si sta consolidando e l'export del Made in Italy già ne beneficia. E' ormai evidente la ripartenza della locomotiva Usa. "Il commercio globale è tornato ad aumentare. Grazie all'accordo in extremis, non ci sarà alcun contagio dalla Grecia; sebbene la reazione dei mercati avesse fatto capire che sarebbe stato contenuto, nell'attuale contesto di fragilità economica correre quel rischio sarebbe stato delittuoso. Resta il timore di una frenata più marcata dei Paesi emergenti".