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Crolla il potere d'acquisto delle famiglie: -4,1%

Lo rileva lʼIstat, secondo cui si tratta del calo tendenziale più evidente dal 2000 a oggi. Propensione al risparmio mai così bassa dal 1999, data di inizio della serie storica

Ansa

Crolla il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Secondo l'Istat, nel secondo trimestre 2012, tenuto conto dell'inflazione, si è ridotto dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre 2011. L'istituto precisa che si tratta del calo tendenziale più marcato dal 2000. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all'8,1%, in calo su trimestre e anno passato.

Propensione al risparmio ai minimi dal 1999
Scende di 0,6 punti percentuali la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, ossia il rapporto tra risparmio e reddito. Nel secondo trimestre del 2012 l'indice si è fermato a quota 8,1%, il valore più basso almeno dal 1999, data di inizio della serie storica. Rispetto al secondo trimestre del 2011, il reddito disponibile delle famiglie italiane è sceso dell'1,5% mentre il tasso d'investimento è stato pari al 6,8%, in calo dello 0,2%.

Giù anche il Pil
L'Istat rileva anche il calo del Prodotto Interno Lordo italiano. Nel secondo trimestre del 2012, il Pil è sceso dello 0,8% in termini congiunturali e del 2,6% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Il dato rilevato conferma dunque la stima diffusa a settembre. Rivista da -2,1% a -2,0% la variazione acquisita del Pil al secondo trimestre del 2012 per l'intero anno.

Deficit/Pil stabile al 5%
Nei primi sei mesi si è registrato un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 5%, invariato rispetto al corrispettivo periodo dello scorso anno. Il dato medio di periodo incorpora una revisione relativa al primo trimestre il cui rapporto tra indebitamento e Pil è ora pari al 7,3%, rispetto all'8,0% della prima stima.

Società non finanziarie, scende la quota di profitto
La quota di profitto delle società non finanziarie è scesa al 38,5%, con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2,1 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Il tasso di investimento della società non finanziarie, pari al 21%, è risultato inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2011.

In Italia 47mila senza dimora
Sono circa 47mila le persone senza dimora in Italia. Lo rileva l'lIstat analizzando l'accesso ai servizi di mensa e accoglienza notturna nei 158 maggiori comuni italiani. Si tratta soprattutto di uomini (86,9%) con meno di 45 anni (57,9%) e di origine straniera (59,4%). L'incidenza sul totale dei residenti risulta più elevata nel Nord-ovest, dove sono circa lo 0,35% della popolazione residente, seguono il Nord-est con lo 0,27%, il Centro con lo 0,20%, le Isole (0,21%) e il Sud (0,10%). In media, le persone senza dimora riferiscono di esserlo da circa 2,5 anni.

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