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Roma, la mostra "Extraordinary visions" celebra il Belpaese

Esposte 150 immagini di quaranta maestri della fotografia, per raccontare bellezze e contraddizioni dellʼItalia

In occasione dei 70 anni della Repubblica italiana ha aperto al MaXXI di Roma la mostra “Extraordinary Visions.

L'Italia ci guarda“, curata da Margherita Guccione con un gruppo di ricerca composto da Simona Antonacci, Ilenia D'Ascoli, Laura Felci e Monia Trombetta. La mostra raccoglie 150 immagini firmate da quaranta maestri della fotografia, che raccontano il Belpaese con i loro scatti.

I fotografi (tra cui Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Franco Fontana, Giovanni Gastel, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Armin Linke, Ugo Mulas, Ferdinando Scianna, Hiroshi Sugimoto e Massimo Vitali) hanno allestito una sorta di atlante poetico, sociale e istituzionale dell'Italia degli ultimi decenni. L'obiettivo è di mettere in risalto i contrasti che caratterizzano l'Italia.

Il percorso espositivo si snoda in quattro sezioni tematiche (Arte, Architettura, Cultura – Res Publica – Paesaggi Contemporanei – Città, Comunità, Lavoro), ognuna arricchita da video e photoscreening, che danno vita ad un vero e proprio percorso narrativo in grado di garantire luce e corpo alle diverse identità del Paese.

"La mostra - dice Margherita Guccione, direttore del MaXXi Architettura - è un viaggio visivo tra oltre cento fotografie d'autore dei paesaggi naturali e culturali dell'Italia degli ultimi trent'anni, che restituiscono un'immagine ben lontana dallo stereotipo del Bel Paese, è un viaggio anche nei linguaggi e nelle sperimentazioni più avanzate della fotografia contemporanea”. Non è una storia illustrata, né un racconto cronologico e descrittivo, ma un percorso a zig zag che guarda i paesaggi sublimi e quelli compromessi dal degrado, le città ideali e le periferie abusate, i protagonisti dell'arte e il mondo del lavoro, in altri termini le contraddizioni e le qualità che sembrano connotare la nuova identità di un Paese, segnato da un moto di continuo cambiamento. Il MaXXi si conferma quindi laboratorio della creatività contemporanea.