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Arezzo, 18enne uccide il padre a fucilate durante una lite

Il giovane ha poi chiamato i carabinieri. Già recuperata lʼarma del delitto, una doppietta

Un 18enne ha ucciso il padre a fucilate durante una lite in una villetta alle porte di Lucignano, nell'Aretino, e poi ha chiamato i carabinieri.

Vittima dell'omicidio è Raffaele Ciriello, fabbro 51enne. L'arma del delitto, una doppietta regolarmente detenuta in casa, è stata recuperata. Da chiarire i motivi che hanno fatto degenerare la discussione in tragedia. Tra i due non correva buon sangue: soltanto da poco avevano ripreso a parlarsi.

Padre e figlio, infatti, non vivevano insieme e, secondo quanto appreso, per lungo tempo non avrebbero avuto rapporti. I genitori del ragazzo erano separati da anni e il 18enne abitava con la madre nel vicino paese di Monte San Savino.

Chiuso nel silenzio - Giacomo domenica sera è andato a far visita al padre, originario di Avellino ma da anni residente a Lucignano: ha imbracciato la doppietta calibro 12 regolarmente detenuta dal genitore, appassionato di caccia, e gli ha sparato uccidendolo. Poi ha chiamato i carabinieri per costituirsi: ai militari che lo hanno portato in carcere ha prima manifestato l'intenzione di parlare poi si è chiuso nel silenzio.

Si scava intanto nel rapporto tra padre e figlio, non facile, a causa sembra della separazione e perché la vittima avrebbe avuto una nuova relazione con una donna. I carabinieri hanno sentito la madre del giovane: è stata lei a spiegare che da circa un mese padre e figlio avevano ripreso i rapporti.