FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Trapani, operazione antimafia contro il clan Messina Denaro: 16 arresti

Sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona, rapina pluriaggravata e altri reati aggravati dalle finalità mafiose

matteo messina denaro identikit
ansa

Sedici ordini di custodia cautelare in carcere sono stati emessi su richiesta della procura distrettuale antimafia di Palermo contro altrettanti affiliati al clan capeggiato dal boss Matteo Messina Denaro. L'operazione antimafia è condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani. L'accusa è di associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina pluriaggravata, sequestro di persona ed altri reati aggravati dalle finalità mafiose.

Le indagini dei carabinieri hanno confermato il ruolo di vertice tuttora rivestito dal capomafia latitante nella provincia trapanese, documentandone i diversificati interessi illeciti. Sono stati accertati dagli inquirenti anche i collegamenti funzionali a progetti criminali comuni con le famiglie palermitane e, in particolare, con quella di Brancaccio guidata dai fratelli Graviano.

In manette il nipote di Messina Denaro - È stato arrestato anche il nipote di Matteo Messina Denaro, Girolamo Bellomo, detto Luca, 37 anni, uomo d'affari e marito dell'avvocato penalista Lorenza Guttadauro. Secondo i carabinieri del Ros sarebbe stato lui a curare gli interessi del boss in questi ultimi anni. Bellomo è stato arrestato nella sua residenza di via Benedetto Marcello. A Castelvetrano sono finite in manette altre sedici persone, con l'accusa di essere state i gregari di Bellomo e i mandanti di una maxirapina nel deposito di un corriere, che ha sede a Campobello di Mazara ("Ag Trasporti"), un tempo proprietà dei mafiosi palermitani di Brancaccio e oggi sotto amministrazione giudiziaria. Una di quelle rapine sarebbe servita per finanziare la latitanza del boss trapanese. Il bottino ammontava a 100mila euro.

Girolamo Bellomo poteva contare anche su un gruppo di picchiatori, uomini fidati che mettevano in riga quanti non ubbidivano agli ordini del capo. Il giovane uomo d'affari, secondo l'accusa, si era anche presentato agli imprenditori che stavano realizzando un nuovo centro commerciale a Castelvetrano, "A29", e aveva imposto le sue ditte per le forniture e i lavori.

Tra gli uomini del boss anche la comparsa di una soap opera - Ad aprire qualche pista investigativa nell'ambito dell'operazione condotta contro i favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro è stato un "insospettabile": Salvatore Lo Piparo, comparsa della soap opera della Rai "Agrodolce", che sarebbe affiliato al clan di Bagheria, da sempre vicino a Messina Denaro. "Vi potrà sembrare strano - ha raccontato qualche settimana fa, quando ha deciso di collaborare con la giustizia dopo l'ultimo arresto - ma io ho fatto proprio la parte di un poliziotto in Agrodolce, andate a vedere. E fui incaricato di andare a procurare delle pettorine con su scritto Polizia: servivano per la rapina a un corriere".