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Nuova strage di migranti nel Mediterraneo: recuperati 39 cadaveri

Morto anche un minore, tratte in salvo almeno 661 persone

Trentanove cadaveri sono stati recuperati in due operazioni di soccorso nel Mediterraneo su altrettanti barconi carichi di migranti.

L'Acquarius, nave di Medici senza frontiere ha recuperato mercoledì notte 22 cadaveri dopo avere tratto in salvo 209 migranti al largo delle coste libiche. Ventuno vittime sono donne. Giovedì sera altri 17 cadaveri sono stati rinvenuti su un barcone di legno a circa 20 miglia dalle coste libiche.

I corpi in una pozza di carburante - "Quando la nostra equipe si è avvicinata al primo gommone, ha visto dei cadaveri che giacevano sul fondo dell'imbarcazione in una pozza di carburante - ha detto Jens Pagotto, capo missione di Msf per le operazioni di ricerca e soccorso, parlando del primo recupero -. I sopravvissuti hanno passato diverse ore a bordo con i cadaveri. Molti di loro sono troppo traumatizzati per riuscire a raccontare quanto accaduto. Non è ancora chiaro come queste donne siano decedute."

Tra i sopravvissuti anche 50 bambini - Le equipe hanno trasferito a bordo della nave Aquarius 209 persone (177 uomini e 32 donne), tra cui 2 donne incinte e 50 bambini, di cui 45 non accompagnati. "Anche in questa occasione quando siamo arrivati per effettuare le operazioni di soccorso, due dei gommoni erano già sgonfi su un lato e avevano cominciato ad imbarcare acqua", ha spiegato Kim Clausen, coordinatore delle operazioni di Msf sulla Bourbon Argos.

Un minore tra le 17 vittime al largo della Libia - Nella seconda operazione, al largo delle coste libiche, sono stati recuperati 17 corpi, tutti di sesso maschile, tra cui quello di un minore. Sul posto è intervenuta la nave militare irlandese James Joyce. Raggiunto il barcone, l'equipaggio ha tratto in salvo 452 migranti. Successivamente, su indicazione degli stessi migranti, è stata ispezionata la stiva, nella quale sono stati trovati i cadaveri. Causa del decesso - secondo prime informazione - potrebbe essere stata un'asfissia provocata dai gas di scarico del motore del barcone.