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Scandalo in Sicilia: mille dipendenti del 118 pagati senza lavorare

Sotto il governo di Raffaele Lombardo sarebbero stati assunti un migliaio di autisti in più rispetto alle necessità reali.

Altro scandalo della Regione Sicilia.

Stavolta ad essere sotto inchiesta è l'ente che gestisce il servizio sanitario d'emergenza nel quale, secondo la Procura della Corte dei Conti, ci sarebbero oltre mille dipendenti pagati regolarmente per non lavorare. Secondo i magistrati che stanno seguendo il caso, per garantire il servizio di soccorso per ventiquattro ore, per le 256 ambulanze, bastavano 2.400 autisti, ma sotto il governo dell'ex presidente Raffaele Lombardo, ne furono assunti con chiamata diretta, dunque senza concorso, 3.350, ben mille in più rispetto alle reali necessità.

Lo spreco di denaro pubblico è stato valutato intorno ai trenta milioni di euro all'anno. Questa situazione si è resa possibile a partire dal 2010, quando la Regione Sicilia decise di sollevare dall'incarico la Croce Rossa dal 118 per affidarlo ad una società pubblica costituita da varie aziende sanitarie. La gestione del servizio di emergenza siciliano era già finita alla attenzione della Corte dei Conti per i provvedimenti grazie ai quali il numero delle ambulanze era passato quasi al doppio, in due occasioni, ma sempre alla vigilia di tornate elettorali.