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Genova, baby squillo a 14 anni per avere i soldi che la famiglia non ha

La ragazzina confida a unʼamica che voleva smettere, ma lei fa scoprire il caso di prostituzione

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-afp

I genitori non le davano soldi perché erano in difficoltà e per questo ha deciso di prostituirsi.

E' uno degli aspetti della vicenda di baby prostituzione che ha visto coinvolta una 14enne di Genova. La ragazza avrebbe dunque deciso di agganciare clienti in chat e sui social network per ottenere "soldi e regali" a causa delle difficoltà economiche in cui gravava la famiglia.

I genitori saranno entrambi convocati in procura dove, sul tavolo del procuratore Vincenzo Scolastico, c'è un fascicolo con le dichiarazioni messe a verbale della ragazzina davanti alla squadra di pg della sezione reati contro i minori della procura di Genova.

Un fascicolo che reca impresso il reato di cui si parla ma che è ancora rubricato contro ignoti. 60 bis cp, chiunque induce alla prostituzione una persona di età inferiore ai 18 anni, ne favorisce o sfrutta la prostituzione è punito con la reclusione da 6 a 12 anni. Nel caso in cui il fatto sia commesso nei confronti di persona che non abbia compiuto 16 anni si applica la pena della reclusione da due a cinque anni.

La genesi di questa indagine è sempre la stessa. E' la ragazza a raccontare all'amica del cuore che va con uomini di 30-40 anni contattati su internet per 300-500 euro a rapporto. Ma dice di non poterne più, di voler smettere. L'amica parla con una insegnante che a sua volta riferisce il fatto alle assistenti sociali. E così, si arriva all'indagine: la procura adesso tramite i contatti sul web e sul cellulare della ragazzina risalirà ai clienti, pare una decina, unici perseguibili in questa storia.

Anche a Ventimiglia si lavora per individuare i clienti delle due amiche di 14 e 15 anni che si prostituivano. La polizia sarà aiutata dalle agende delle due baby squillo. Lì le due, che si prostituivano spesso assieme per farsi coraggio, hanno segnato i nomi, i numeri di telefono dei clienti e quanto avevano ricevuto.

Intanto emerge che una delle due aveva rifiutato un cliente cinquantenne, che ha una figlia di 16 anni, che era pronto ad offrirle 500 euro. "Era brutto, le ho detto di no", ha raccontato. I genitori delle due ragazzine, una volta scoperta la doppia vita delle figlie sono disperati e sono assistiti da psicologi.