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Omicidio Roma, Luca Varani venne sgozzato per non farlo gridare

"Vieni che cʼè roba e soldi per te": per attirare il 23enne nella casa dove poi è stato ucciso Manuel Foffo e Marco Prato gli hanno offerto 120 euro

Omicidio Roma, Luca Varani venne sgozzato per non farlo gridare - foto 1
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Luca Varani, il 23enne seviziato a Roma, non è riuscito a gridare e a chiedere aiuto perché i due studenti fuori corso accusati di averlo ucciso, Manuel Foffo e Marco Prato, gli hanno reciso le corde vocali dopo averlo stordito con un martello e una mistura di farmaci e metadone.

Questa è l'ipotesi degli inquirenti della procura che stanno preparando i documenti in vista dell'interrogatorio di convalida e garanzia previsto per mercoledì.

Secondo quanto rivelato da Foffo al pubblico ministero e ai carabinieri, sarebbe stato Prato ad infliggere la coltellata fatale e a lasciare il pugnale conficcato nel corpo, all'altezza del cuore.

I dati certi all'attenzione di chi indaga indicano che Varani è stato ucciso nel corso di una festa al Collatino in cui è stato fatto largo uso di alcol e cocaina. Il pugnale usato per uccidere Varani verrà esaminato dal medico legale. La lama di cui i killer si sono serviti per torturare è invece una di quelle per tagliare il pane, di uso casalingo.

Per attirare Varani nell'appartamento dove poi è stato ucciso i due giovani gli hanno promesso 120 euro. Il 23enne di origine serba, infatti, pur essendo eterosessuale e fidanzato si faceva pagare in cambio di rapporti sessuali. "Vieni che c'è roba e soldi per te": questo l'sms inviato da Prato a Varani. "Quanti?", chiede lui. "Centoventi euro", la risposta. E così la trappola mortale è scattata.

Prima di Luca Varani, Manuel Foffo e Marco Prato hanno avuto incontri con almeno altri due ragazzi nell'appartamento al Collatino. "Io e Marco abbiamo deciso - ha raccontato Foffo al pm - di trascorrere del tempo insieme da mercoledì nel mio appartamento ma non siamo stati sempre soli. Ricordo che è venuto un mio amico di nome Alex che avevo conosciuto mesi fa in una pizzeria sulla Tiburtina".

L'universitario ha precisato, inoltre, che quando Alex "è venuto a casa eravamo sotto l'effetto della cocaina ma mantenevamo la lucidità. Aggiungo che è stato presso casa mia anche un certo Giacomo, altro mio amico. Quando invece è arrivato Luca, sia io che Marco eravamo molto provati dall'uso prolungato di cocaina, e quindi non più lucidi".

Intanto l'avvocato di Manuel Foffo ha comunicato che avanzerà la richiesta per una perizia psichiatrica. "Se ci sono le condizioni scientifiche per dimostrare che in quel momento non era in grado di intendere e di volere è chiaro che abbiamo il dovere di verificarlo", ha detto. Il penalista ha spiegato che se Foffo "ha assunto quantitativi di cocaina di quel livello e i due hanno bevuto superalcolici per due giorni ininterrottamente si capisce che gli effetti sono devastanti, per cui dovremmo, anche per dovere difensivo, valutare se in quel momento erano in grado di intendere e di volere".