FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Mafia Capitale, altri due arresti Carminati ride durante l'udienza

Gli uomini finiti in manette gestivano i rapporti tra alcune cooperative e una cosca vibonese. Intanto il sindaco Ignazio Marino ha rifiutato la scorta, mentre il giudice Alfonso Sabella entrerà a far parte della giunta

umbria,'ndrangheta,carabinieri
ansa

Ancora due arresti da parte dei carabinieri del Ros nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale. In manette sono finiti Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi per associazione di tipo mafioso. Sono accusati di aver assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite dalla "cupola romana" e la 'ndrangheta.

Una terza persona, indagata a piede libero, è stata perquisita. Gli interventi dei carabinieri, disposti dal Gip di Roma su richiesta della procura distrettuale antimafia, sono stati eseguiti nelle province di Roma, Latina e Vibo Valentia.

Le indagini avrebbero dimostrato come gli indagati, ritenuti organici all'organizzazione "Mafia Capitale", abbiano assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi, sotto il controllo di Massimo Carminati, e la cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), egemone nel territorio vibonese. In particolare dal luglio 2014 proprio Buzzi, con l'assenso di Carminati, avrebbe affidato l'appalto per la pulizia del mercato Esquilino, a Roma, a Giovanni Campennì, imprenditore di riferimento della cosca, in cambio della protezione in Calabria alle cooperative della "cupola" che si occupano dell'assistenza ai migranti.

I carabinieri sono riusciti a documentare, inoltre, come già nel 2009 Rotolo e Ruggiero si fossero recati in Calabria, su richiesta di Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli con riferimento all'esigenza di ricollocare gli immigrati in esubero presso il Cpt di Crotone. Secondo gli investigatori, dunque, Ruggiero e Rotolo avrebbero fornito uno "stabile contributo" alle attività di "Mafia Capitale" proprio avvalendosi dei rapporti privilegiati instaurati con "qualificati esponenti" della 'ndrangheta.

Carminati intercettato: "Facci entrare la 'ndrangheta" - "Siccome stanno aumentando i pasti mi ha detto 'facci entrare anche la 'ndrangheta'". Lo dice Massimo Carminati in un'intercettazione del 26 maggio scorso, parlando con Paolo Di Ninno, commercialista di Buzzi, e Claudio Bolla, stretto collaboratore del ras delle coop sociali. "Caso mai ti butto dentro una fatturina - aggiunge Carminati - sto mese per il mese prossimo e poi con il fatto della sovrafatturazione, quando aumentano i pasti capito... 5 sacchi in più". Di Ninno risponde: "Tutto chiaro". E Carminati:" Si è tutto perfetto". Il presunto boss di "Mafia Capitale" secondo gli investigatori si preoccupava di trarre utili dagli affari delle cooperative di Buzzi.

In un'altra conversazione intercettata Buzzi dichiara: "...perché Claudio è cosi, ma è tremendo... ma nemmeno Sandro: gli ho visto fare una volta una trattativa con la 'ndrangheta. 'ce fai spara' gli ho detto... ce fai sparà...' ndranghetisti... a tratta' sui 5 lire... gl'ho detto 'scusa chiudi chiudi', glie facevo chiudi e questo rompeva il cazzo... ce sparano sto giro... in piena Calabria!".

Il "re" della mafia romana ride in udienza - Durante l'udienza nell'aula del tribunale del Riesame Carminati ha più volte riso e commentato quanto sostenuto dalla Procura. Il presunto "re" della mafia romana ha seguito con "molta attenzione" l'evolversi della discussione che in alcuni frangenti è stata anche dura tra accusa e difesa. Quando la Procura accusava Carminati di avere cambiato utenze telefoniche "ogni quindici giorni", lui ha ribattuto "visto il numero di intercettazione molto mi è servito".

Sequestrate altre due coop - La Guardia di Finanza di Roma ha sequestrato altre due coop riconducibili a Salvatore Buzzi. Si tratta della "29 giugno Servizi" e "Formula Sociale". Il provvedimento riguarda le quote societarie, il capitale sociale e il patrimonio aziendale. Le due società erano amministrate da persone ora indagate nell'inchiesta Mafia Capitale. Le due coop sequestrate dalla Guardia di Finanza di Roma avevano un giro d'affari annuo di 15 milioni di euro.

Marino: "Ho detto no alla scorta" - "A Roma abbiamo già un migliaio di persone che vivono sotto scorta, per alcune è essenziale, per altri soprattutto nella categoria dei politici, è una comodità per avere la macchina di stato. Per questo che ho fatto resistenza al fatto di avere una scorta e non l'ho avuta". Lo ha annunciato il sindaco Ignazio Marino.

Il giudice Sabella sarà l'assessore alla legalità - Intanto il giudice Alfonso Sabella entrerà a far parte della giunta di Roma. Sarà lui l'assessore che si occuperà della legalità, trasparenza e appalti, un ruolo fortemente voluto da Marino dopo l'inchiesta Mafia Capitale.