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Uccise fidanzata incinta: 30 anni

Condannato omicida di Jennifer Zacconi

E' stato condannato a 30 anni di carcere Lucio Niero, il 36enne reo confesso dell'omicidio di Jennifer Zacconi, la giovane di 20 anni sepolta viva dal padre del bimbo che da nove mesi portava in grembo.

Il Gup di Venezia Giuliana Galasso ha escluso la premeditazione e ha ritenuto il procurato aborto "assorbito" dall'omicidio. Il pm Stefano Buccini aveva chiesto la pena dell'ergastolo. Il difensore di Niero ha annunciato che ricorrerà in appello.

Per le parti civili, il Gup ha disposto una provvisionale di 80 mila, 60 mila, 35 mila euro, rispettivamente per la madre, il padre e la sorella della vittima. Il legale di parte civile Francesco Schioppa ha annunciato che per il risarcimento del danno avvierà un procedimento in sede civile.

Secondo la difesa il delitto si consumò in due parti distinte, che escluderebbero la premeditazione e proverebbero al seminfermità mentale. Niero, in una prima fase colto da un eccesso di rabbia (da qui la seminfermità) avrebbe tentato di uccidere Jennifer. Quindi interrotta l'azione avrebbe provato a rianimarla; poi, convinto di averla uccisa, ne ha sepolto il corpo ammazzandola involontariamente. Sulla scorta di questa ricostruzione, Compagno ha chiesto di giudicare Niero per tentato omicidio, nella prima fase dell'azione, e quindi di omicidio colposo in continuazione del primo reato per il seppellimento letale.

I genitori della vittima si sono detti soddisfatti della pena, ma appena Lucio Niero è uscito dal Tribunale per salire sul motoscafo della polizia sono volati gli insulti. Il padre di Jennifer, Tullio Zacconi, ha mascherato tutta la sua rabbia davanti alle telecamere, ma appena ha visto l'omicida di sua figlia e del piccolo che portava in grembo gli ha urlato insulti e parolacce chiudendo con "non vedrai più i tuoi figli" e rimandando ad un non precisato atto di giustizia "quando esci, se esci, dalla galera".

Tutto diverso l'atteggiamento di Anna Maria Giannone, madre della ragazza uccisa, che non ha mai guardato, in aula, Niero apparso impassibile fino alla lettura della sentenza. "E' quello che speravamo - ha detto - 30 anni vanno benissimo, anche se noi rimaniamo convinti che a morire sono stati in due e che ci fosse la premeditazione; Jennifer e il suo piccolo non li vedremo più nessuno ce li restituisce".

La Giannone ha seguito l'udienza stringendo tra le mani un peluche che riconduceva a Jennifer; un canguro, con ricami in rosa, con nel marsupio un piccolo ornato d'azzurro. Niero, anche oggi, tramite il suo avvocato, Alessandro Compagno, ha ribadito le scuse alla famiglia e si è detto addolorato per quanto commesso. Per Compagno la "sentenza 
è sproporzionata per un atto compiuto in un momento di discontinuità mentale come detto dal perito del Gup".