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Intercettazioni,21 arresti a Milano

Nel mirino indagini Telecom Pirelli

Ventuno ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nell'ambito dell'inchiesta sulle intercettazioni illegali di cui si occupa la Procura di Milano.

Gli arresti (di cui tre domiciliari) riguardano l'indagine sul settore security di Telecom Pirelli. In particolare, tra gli arrestati vi sono numerosi pubblici ufficiali e agenti in servizio in polizia di Stato, Gdf e carabinieri.

Gli arresti e le decine di perquisizioni riguardano le città di Milano, Firenze, Bologna, Prato, Torino, Novara e Como.

Arrestati il responsabile security Pirelli Iezzi, ex capo di quella di Telecom Tavaroli e Manueke Cipriani
Pierguido Iezzi, responsabile della security Pirelli, è tra gli arrestati. Iezzi e l'ex capo della security di Telecom, Luciano Tavaroli, anh'esso in manette sarebbero le uniche due persone legate alla compagnia telefonica arrestate nell'ambito dell'inchiesta. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse vi è anche Manuele Cipriani, titolare dell'agenzia di investigazioni Polis d'istinto. I due sono stati arrestati rispettivamente a Milano e a Firenze.

Numerosi gli arresti effettuati tra i quali vi sono anche un manager di medio livello di Telecom, alcuni poliziotti della Questura di Firenze e di Prato, militari della Guardia di Finanza di Firenze, un carabiniere del capoluogo toscano, un poliziotto della Stradale di Torino e un impiegato dell'Agenzia delle entrate di Firenze. L'accusa, secondo quanto si è appreso, è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla rivelazione di segreti d'ufficio.

In manette sono finiti, oltre a Tavaroli e a Cipriani, Stefano Bilancetta, Fabio Bresciani, Moreno Bolognesi, Alessia Cocomello, Gregorio Dovile, Antonio Galante, Marcello Gualtieri, Pierguido Iezzi, Giorgio Serreli, Antonio Michele Spagnuolo, Paolo Tilli, Spartaco Vezzi, Francesco Marella, Andrea Gianluca Magrassi, Cristiano Martin e Santi Nicita. Ai domiciliari sono invece stati posti Rolando Bidini, Giovanni Nuzzi e Nicolò Maria Fabrizio Rizzo.

Avvocato Tavaroli:"Arresto annunciato"
Massimo Dinoia, difensore di Luciano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle intercettazioni illegal e ha commentato così, laconico: "E' la c ronaca di un arresto annunciato".

Nel mirino la società investigativa di Cipriani a Firenze
Intanto è emerso che  al centro della vicenda vi è la società di'investigazioni di Firenze, la Polis d'istinto, il cui titolare è appunto Cipriani. Secondo l'accusa gli investigatori privati della Polis avrebbero carpito informazioni illegali oltre a quelle lecite, e un giro di fatturazioni gonfiate e fondi esteri. Nell'ordinanza emessa dal gip di Milano, Paola Belsito, si spiega il meccanismo: gli investigatori "ricevuto l'incarico da parte dei dirigenti delle security" fornivano loro "un resoconto delle attività condotte completo di informazioni illegali". Tra le informazioni illecite vi sarebbero precedenti penali, informazioni tributarie, fiscali, anagrafiche, accertamenti bancari, fornite da chi si trovava in posizioni tali da trattarle, cioè agenti e militari compiacenti che in questo modo rivelavano segreti d'ufficio o violavano la privacy delle persone monitorate.

Tra i reati anche l'appropriazione indebita
Tra i reati contestati a Luciano Tavaroli, ex manager sicurezza Telecom, ed il titolare dell'agenzia di investigazioni Polis d'istinto, Manuele Cipriani, c'è che l'appropriazione indebita. L'ipotesi scaturisce dagli accertamenti su un giro di fatturazioni di società estere, indirizzate al gruppo Telecom-Pirelli, che gli inquirenti sospettano possano essere state gonfiate per rendere disponibili somme di denaro. Grazie a una serie di rogatorie internazionali in Lussemburgo, Svizzera, Gran Bretagna e Principato di Monaco sono stati individuati - secondo quanto spiegato dai carabinieri - fondi in contanti per 14 milioni di euro, 11 dei quali in Lussemburgo e 3 in Svizzera e fatture emesse da "società non operative" verso il gruppo Telecom-Pirelli. In particolare, queste ultime, emesse negli ultimi 8 anni, ammonterebbero a 22 milioni di euro. Secondo gli investigatori, si tratterebbe di società di comodo create ad arte per giustificare i flussi di denaro che dal Gruppo Telecom-Pirelli finivano all'estero per il pagamento di non meglio precisati "servizi". Gli inquirenti ritengono che tali società siano collegate alla Polis D'Intento di Firenze. A Milano, inoltre, è stato arrestato Marcello Gualtieri, un commercialista, accusato anche di riciclaggio perché avrebbe provveduto a nascondere in vari Paesi europei. Secondo qgli inquirenti "il suo compito era la creazione di società  fittizie all'estero".