primo ceo dopo Steve Jobs

Tim Cook verso l'addio ad Apple? Chi era e chi potrebbe essere il suo successore

Dopo 14 anni al vertice, il Ceo di Apple potrebbe lasciare nel 2026. John Ternus favorito per guidare l'azienda da 4mila miliardi

16 Nov 2025 - 13:00
 © -afp

© -afp

La notizia è di quelle destinate a far tremare la Silicon Vallery e Wall Street ma pure tutti gli appassionati di tecnologia del mondo. A darla per primo, il "Financial Times": Apple starebbe intensificando i piani di successione per Tim Cook che potrebbe lasciare la guida dell'azienda già nel 2026. Una notizia che segna un momento storico per il colosso di Cupertino, che si prepara a voltare pagina dopo oltre un decennio di leadership straordinaria.

Tim Cook, 65 anni compiuti a novembre, ha preso le redini di Apple nel 2011, in uno dei passaggi di testimone più delicati della storia aziendale. Quando Steve Jobs, cofondatore dell'azienda, si dimise per motivi di salute nell'agosto di quell'anno (morirà pochi mesi dopo, in ottobre), molti dubitavano che qualcuno potesse davvero sostituirlo. Cook era l'ex responsabile delle operazioni, un manager metodico e riservato, completamente diverso dal genio visionario e carismatico che aveva rivoluzionato l'industria tecnologica.

Eppure, i numeri parlano chiaro: sotto la guida di Cook, Apple è passata da una capitalizzazione di mercato di circa 350 miliardi di dollari a ben 4mila miliardi, diventando una delle aziende più preziose al mondo. Un risultato che ha zittito ogni critico e dimostrato che il vero talento di Cook non era nell'inventare il futuro, ma nel costruire un'azienda capace di dominarlo.

La storia aziendale La carriera di Cook in Apple inizia nel 1998, quando l'azienda stava attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia. Jobs, tornato al comando, lo volle come senior vice president per le operazioni mondiali. Cook rivoluzionò la supply chain dell'azienda, trasformandola in un modello di efficienza che ancora oggi viene studiato nelle business school di tutto il mondo. Ridusse drasticamente le scorte, ottimizzò i rapporti con i fornitori e costruì quella macchina perfetta che permette ad Apple di produrre e distribuire milioni di dispositivi in tempi record.

Ma Cook non è stato solo un manager operativo. Ha dimostrato una visione strategica chiara, portando Apple nell'era dei servizi. Sotto la sua guida sono nati Apple Music, Apple TV+, Apple Arcade e l'ecosistema di servizi che oggi genera decine di miliardi di dollari all'anno. Ha espanso l'azienda in Cina, trasformandola in uno dei mercati più importanti, e ha gestito con abilità relazioni complesse con i governi di tutto il mondo.

Sul fronte dei prodotti, Cook ha supervisionato il lancio dell'Apple Watch, degli AirPods, dell'iPad Pro e la transizione dei Mac ai processori Apple Silicon, una rivoluzione tecnologica che ha ridefinito le prestazioni dei computer portatili. Certo, non ha creato categorie completamente nuove come fece Jobs con iPhone e iPad, ma ha perfezionato quelle esistenti e costruito un ecosistema integrato che tiene i clienti legati al brand Apple come mai prima.

I temi a lui cari Cook si è anche distinto per il suo impegno su temi come la privacy, l'ambiente e i diritti civili. È stato il primo Ceo di una grande azienda tecnologica a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità, nel 2014, diventando un simbolo importante per la comunità LGBTQ+. Ha spinto Apple verso l'obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2030 e ha trasformato la privacy in un valore distintivo dell'azienda, spesso in contrasto con i rivali della Silicon Valley.

Il suo stile di leadership è radicalmente diverso da quello di Jobs. Dove il cofondatore era imprevedibile e spesso brusco, Cook è calmo e diplomatico. Dove Jobs puntava sull'intuizione geniale, Cook si affida ai dati e all'analisi. Ma entrambi condividono un'ossessione per l'eccellenza e un'attenzione maniacale ai dettagli.

Transizione già in corso? Secondo quanto riportato dal "Financial Times", il consiglio di amministrazione e i vertici esecutivi di Apple hanno recentemente intensificato i preparativi per il passaggio di consegne. L'annuncio potrebbe arrivare all'inizio del 2026, probabilmente dopo la presentazione dei risultati finanziari di gennaio che includeranno le vendite natalizie di iPhone. Questo darebbe al nuovo team dirigenziale il tempo di ambientarsi prima degli eventi chiave dell'anno: la conferenza degli sviluppatori in giugno e il lancio del nuovo iPhone in settembre.

John Ternus, attuale senior vice president per l'ingegneria hardware, è indicato come il favorito per succedere a Cook. Ternus, in Apple dal 2001, ha guidato lo sviluppo di alcuni dei prodotti più importanti dell'azienda, dall'iPhone all'iPad, dai Mac agli AirPods. La sua nomina rappresenterebbe un ritorno al comando di un esperto di hardware, in un momento in cui Apple fatica a sfondare in nuove categorie di prodotto e deve tenere il passo con i rivali nell'intelligenza artificiale.

L'azienda ha vissuto quest'anno importanti cambiamenti ai vertici: Luca Maestri, storico collaboratore di Cook, ha lasciato il ruolo di chief financial officer all'inizio del 2025, mentre Jeff Williams, chief operating officer, ha annunciato il suo addio in luglio. Segnali che la pianificazione della successione è in corso da tempo.

Cook stesso aveva dichiarato in passato di preferire un candidato interno per la sua successione, sottolineando che l'azienda ha "piani di successione molto dettagliati". In un podcast nel novembre 2023 aveva detto: "Amo stare lì e non riesco a immaginare la mia vita senza Apple, quindi resterò ancora per un po'". Quel "po'" potrebbe essere arrivato al termine.

La transizione avviene in un momento particolare per Apple. Le azioni dell'azienda sono vicine ai massimi storici dopo ottimi risultati finanziari, ma la crescita del titolo quest'anno (circa il 12%) è inferiore a quella dei rivali come Alphabet, Nvidia e Microsoft, spinte dall'entusiasmo di Wall Street per l'intelligenza artificiale. Una sfida che il successore di Cook dovrà affrontare, cercando di mantenere quella combinazione vincente di innovazione ed efficienza che ha reso Apple l'azienda più preziosa del pianeta.