Il fondo registra un rosso di 17 milioni nel 2024, ma sostiene 239 progetti in 66 Paesi grazie a donazioni e patrimonio
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Il Fondo Obolo di San Pietro ha chiuso il 2024 con un risultato negativo, registrando un saldo in rosso di circa 17 milioni di euro. Un disavanzo che è stato colmato attingendo al patrimonio del fondo stesso, senza però interrompere la sua vocazione solidale. Nonostante la diminuzione delle donazioni rispetto agli anni precedenti, la Santa Sede ha mantenuto il sostegno a progetti umanitari e iniziative di carità in tutto il mondo. Sono stati 239 i progetti finanziati in 66 Paesi, una testimonianza concreta di un impegno che non conosce soste, anche in un contesto economico globale complesso.
L'Obolo di San Pietro è la tradizionale raccolta di offerte che i fedeli destinano al Papa per sostenere le opere di carità e l'attività apostolica della Chiesa. Le donazioni provengono da collette nelle parrocchie, offerte dirette tramite conti bancari o strumenti digitali, e lasciti testamentari. Il fondo raccoglie risorse per rispondere alle emergenze umanitarie, per progetti di solidarietà e per finanziare l'azione evangelizzatrice della Santa Sede. La sua origine risale a una tradizione secolare che esprime la comunione tra il Papa e i cattolici di tutto il mondo.
Nel 2024 l'Obolo di San Pietro ha raccolto donazioni per 54,3 milioni di euro, integrate da 3,7 milioni di proventi finanziari, per un totale di 58 milioni di entrate. Le uscite, pari a 75,4 milioni, hanno determinato un disavanzo di circa 17 milioni, coperto prelevando 16,5 milioni dal patrimonio del fondo. I contributi sono stati destinati in gran parte a sostenere la missione apostolica del Papa, per un totale di 61,2 milioni, e a progetti di assistenza diretta, con 13,3 milioni destinati ai più bisognosi. Nonostante un calo delle donazioni rispetto al 2023, la Santa Sede ha deciso di non ridurre il proprio impegno.
Tra le iniziative finanziate dall'Obolo nel 2024 ci sono 239 progetti in 66 Paesi, che spaziano dalla costruzione di chiese e strutture di accoglienza alla realizzazione di programmi di formazione, sanità e aiuti umanitari. In Senegal, ad esempio, sono stati stanziati fondi per un centro di formazione missionaria, in Perù per una nuova chiesa parrocchiale e in Romania per un edificio destinato alla riabilitazione delle persone disabili. La distribuzione geografica degli interventi ha visto l'Africa al primo posto con 43% dei fondi per progetti sociali e di evangelizzazione, seguita dall'Europa, dove particolare attenzione è andata al sostegno di seminaristi e alla popolazione colpita dalla guerra in Ucraina.
Il sostegno alle attività della Santa Sede è rimasto prioritario anche nel 2024. Dei 75,4 milioni di uscite complessive, 61,2 milioni hanno garantito il funzionamento di dicasteri, uffici e organismi impegnati a promuovere la missione del Papa nel mondo. Tra le voci principali rientrano l'aiuto alle Chiese locali in difficoltà, la promozione della carità, la comunicazione del messaggio evangelico e il mantenimento delle rappresentanze diplomatiche vaticane. Secondo il prefetto della Segreteria per l'Economia, Maximino Caballero Ledo, questi fondi rappresentano "un segno di comunione e corresponsabilità tra i fedeli e il Santo Padre".
Nonostante la contrazione delle offerte, la solidarietà dei cattolici non si è spenta. L'Obolo di San Pietro, attraverso la gestione trasparente delle risorse, ha continuato a esprimere la vicinanza del Papa alle situazioni di povertà e di emergenza. Nel complesso, oltre 50 milioni di euro sono stati destinati a opere di carità, tra progetti diretti e fondi erogati tramite i dicasteri vaticani. Un segnale che la carità cristiana non si arresta, neppure quando i conti sono in rosso.