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Di Maria scaccia l'incubo dei rigori al 118': Svizzera ko e Argentina ai quarti

Gioca male lʼAlbiceleste che trova una magia del calciatore del Real Madrid su assist di Messi. Dzemaili prende il palo al 121ʼ

Ci è voluto un contropiede fulmineo al minuto 118 all'Argentina per vincere la resistenza della Svizzera nel penultimo ottavo di finale di Brasile 2014. Grazie a un gol firmato da Di Maria, dopo 118' sottotono, l'Albiceleste si qualifica ai quarti di finale con una buona dose di fortuna. Al 121', infatti, solo un clamoroso quanto sfortunato palo di Dzemaili evita alla squadra di Sabella la lotteria dei rigori.

Di Maria scaccia lʼincubo dei rigori al 118ʼ: Svizzera ko e Argentina ai quarti

LA PARTITA

Si parla spesso di segnali che in un modo o nell'altro anticipano il corso della storia. Questioni di attimi, centimetri, ricordi fugaci. Ecco, tutto questo a oggi porterebbe a una finale Brasile-Argentina il prossimo 13 luglio al Maracanà. La traversa di Pinilla al 120' contro il palo da un metro di Dzemaili al 121', due momenti capaci di condannare con la medesima crudeltà due realtà coriacee come Cile e Svizzera con quest'ultima, per restare all'1-0 con il quale l'Albiceleste si è presa il quarto di finale al 118', abbattuta solamente da un contropiede di Di Maria dopo una partita di attenta perfezione. La beffa a un solo passo dal traguardo volante, quello dei calci di rigore, quello sognato ma sfiorato dalla Svizzera di Hitzfeld dopo una partita eroica contro un avversario sulla carta decisamente più forte. L'imponderabilità al servizio dello spettacolo, perché gli ultimi cinque minuti del secondo tempo supplementare a San Paolo sono stati forse il momento più divertente, tragico ed esaltante di un Mondiale fantastico. Perde la Svizzera, subendo un contropiede Messi-Di Maria arrivato a far male con colpevole ritardo sulla tabella di marcia. Vince l'Argentina, salvata ancora una volta dalle giocate dei singoli dopo una partita disputata male e con tutti gli evidenti limiti tecnici in mezzo al campo belli in vista.

Il supplementare è stato tutt'altro che demeritato per gli elvetici, bravi a chiudere e limitare le sgroppate di Messi e Di Maria durante i tempi regolamentari. In una partita dai ritmi bassi imposti dai biancorossi, Behrami e Inler hanno giganteggiato in mezzo al campo aiutando la difesa a chiudere ogni varco e lasciando a Mascherano e Gago, tanto ottimi in interdizione quanto pessimi in impostazione, il compito di disegnare le trame di gioco. Risultato? Gioco ingolfato per tutto il primo tempo, con la grandi occasioni per il vantaggio svizzero sciupate da Xhaka e Drmic a tu per tu con Romero. La pressione argentina sale solo nell'ultima mezz'ora quando Di Maria sale di tono affiancando Messi nell'impostazione: buone trame, qualche occasione sporca ma pochi pericoli per Benaglio, portati quasi tutti dall'egoismo di Messi.

Poi il supplementare, specialmente il secondo quarto d'ora. Impensabile, stupendo, drammatico. A schemi saltati e maglie larghe con la fatica negli occhi di tutti, in campo e in tribuna. Non nelle gambe di Di Maria che al 118' trova il gol dopo una cavalcata di sessanta metri, ma dopo aver portato pericoli alla porta svizzera in almeno altre tre occasioni. L'ha vinta lui, ancora prima la buona sorte che ha baciato Romero e i suoi nel palo a metri zero di Dzemaili. Segnali, appunto, ma Sabella e l'Argentina devono inventarsi qualcosa, prima che la dea bendata si appoggi a qualcun'altro.

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