Figc, Lippi si allontana: conflitto dʼinteressi
Lo status di procuratore del figlio Davide è incompatibile col ruolo propostogli da Tavecchio
Ventura ct, Marcello Lippi direttore tecnico della Figc. Il piano del presidente federale Tavecchio per il nuovo corso dell'Italia dopo l'Europeo è chiaro, ma rischia seriamente di non essere praticabile. Colpa di un conflitto di interessi che coinvolge il ct campione del mondo nel 2006 per via del figlio Davide, procuratore di calciatori, tra cui alcuni azzurri. Il regolamento federale vieta questo tipo di rapporti.
Un particolare gigante che è sorprendentemente sfuggito a Tavecchio e ai suoi uomini, ma che rischia di compromettere il ritorno in carica di Lippi. Per sbloccare la situazione ci vorrebbe un miracolo burocratico per evitare di perdere esperienza, saggezza e conoscenza tecnica. Del resto il regolamento sulla questione parla chiaro, sono vietati infatti "rapporti fra procuratori e soggetti che svolgano funzioni in Federcalcio" e "non possono svolgere l'attività di Procuratore sportivo tutti coloro che ricoprano cariche o abbiano rapporti professionali o di qualsiasi altro genere nell'ambito della FIGC o delle società ad esse affiliate".
Il modo più semplice, ma anche il meno percorribile, sarebbe chiedere a Davide Lippi di rinunciare alla procura dei giocatori impegnati con la Nazionale, come Giorgio Chiellini. Ma è un'ipotesi che lo stesso Marcello non vuole praticare. Se questo conflitto di interessi non si risolverà sarà tempo di studiare le alternative da affiancare a Ventura: Sacchi e Guidolin sono i nomi che circolano.
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