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Compiti per le vacanze, inascoltato l'appello del ministro: petizione online dei genitori

In 13mila si sono dati appuntamento sulla pagina Facebook "Basta compiti!" per protestare contro la mole di lavoro assegnata ai loro figli dagli insegnanti che non hanno accolto lʼinvito di Bussetti. La raccolta firme, intanto, vola

Compiti per le vacanze, inascoltato l'appello del ministro: petizione online dei genitori - foto 1
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Una mezza promessa del ministro dell'Istruzione Bussetti aveva acceso le speranze nelle famiglie italiane in vista delle vacanze di Natale: niente (o, meglio, pochi) compiti a impegnare i pomeriggi festivi dei figli.

Ma fu, appunto, una mezza promessa quella pronunciata quel 10 dicembre, perché al posto dell'annunciata circolare, il ministro, il 21 luglio, a compiti per le vacanze assegnati, emanò una nota di auguri con l'invito rivolto agli insegnanti: "Riflettere anche collegialmente sul carico di compiti che saranno assegnati per le vacanze". Nessun imperativo, dunque, alla classe docente italiana, che così ha mantenuto viva la tradizione: pagine da studiare, esercizi e temi in gran quantità. Da qui le proteste sulla pagina Facebook "Basta compiti!" di 13mila genitori che, indignati, postano i diari dei loro figli. E la petizione online da loro lanciata conta già 32mila firme.

La petizione online Ad amministrare la pagina Facebook dei genitori indignati contro la scuola italiana che relega gli allievi a trascorrere le feste sui libri, Maurizio Parodi, dirigente scolastico toscano e fondatore anche della Rete nazionale Docenti e Dirigenti a Compiti Zero. E la lamentela su "Basta compiti!" è corale contro gli esercizi assegnati per le vacanze; tanto che ha portato a una petizione online che ha raggiunto le 32mila firme, puntando a 35mila.

La nota del ministro Le firme sono indirizzate al ministro Bussetti che non ha mantenuto la promessa della circolare salva-feste. "Ritengo importante che i nostri ragazzi - si legge nella nota ministeriale intitolata "Auguri Natale" e reperibile sul sito del Miur - abbiano il tempo per ritemprarsi e svagarsi, stare con i propri cari , curare le proprie passioni, divertirsi, leggere, ascoltare musica, andare a vedere una mostra, praticare uno sport".

Con la precisazione iniziale da non sottovalutare: "Nel rispetto dei principi costituzionali della libertà di insegnamento e dell'autonomia scolastica".

Gli insegnanti, dunque, possono continuare a mantenere vive certe tradizioni, senza divieti ministeriali. Ma il mal di pancia dei genitori a quali altre azioni porterà?