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M5s, Di Battista: "Se il governo cadesse, mi candiderei" | "Deroga alla regola dei due mandati"

Lʼesponente del Movimento assicura di non essere in conflitto con il vicepremier Luigi Di Maio e chiede di "non considerare questa legislatura" se il governo dovesse cadere entro il 15 luglio

M5s, Di Battista:
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"Se si tornasse al voto, mi candiderei al 100%".

Lo ha affermato Alessandro Di Battista, ex deputato ed esponente del Movimento 5 Stelle. In quel caso, ha spiegato, "chiederei di non considerare questa legislatura" nel computo del limite dei due mandati previsto dalle regole M5s.

Di Battista ha poi assicurato di non essere in conflitto col vicepremier Luigi Di Maio né con il Movimento perché "ce l'ho tatuato addosso". Al punto di dirsi pronto a ricandidarsi in Parlamento se l'alleanza con la Lega non dovesse reggere più. Alessandro Di Battista è sceso ormai in trincea e, a Otto e mezzo, mostra le sue carte nella prima tappa dell'offensiva tv messa in campo dopo l'uscita del suo libro. "Sì, al 100%", è la risposta secca alla giornalista quando lo incalza sul suo futuro politico, in particolare per sapere se intende fare il bis parlamentare, in caso di voto anticipato.

Poi, compie un passo in più suggerendo un'eccezione: "Se il governo dovesse cadere, da qui diciamo al 15 luglio, chiederei di non considerare questa legislatura". Insomma, L'ex parlamentare vorrebbe una deroga nel computo del limite dei due mandati che è sancito nelle regole del M5s.

Nel frattempo semina pace e amore per il sogno che fu di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo: "Chi ha letto questo libro, sa che è un atto di amore nei confronti del Movimento. E' a sostegno del Movimento e di Luigi". E il più movimentista tra i Cinque Stelle ripete che con Di Maio "c'è un buon rapporto" e che di sicuro per lui vede altri anni da leader politico del Movimento. E sulle chance del governo con la Lega: "Mi auguro da cittadino che il governo non cada". Ma chiarisce subito dopo: "Se Salvini vuole fa cadere il governo per ragioni elettorali sono affari suoi".

Sul vicepremier della Lega "che fa le prove da premier" non aggiunge molto di più, pur riconoscendo che la sua strategia, mediatica e politica, "sta pagando nel breve termine". Al leader leghista, però, non risparmia una stoccata: "Salvini non è un fascista, è diventato conformista. Prima di 'prima gli italiani' ha scelto Radio radicale...".