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La Consulta boccia la Fini-Giovanardi e le droghe leggere sono depenalizzate

Il decreto conversione fu "infarcito" di norme non dovute e viene riesumata la legge Iervolino-Vassalli. Lʼira di Giovanardi: "La Consulta scavalca il Parlamento"

cannabis, canna
-afp

La Corte Costituzionale "boccia" la legge Fini-Giovanardi che equipara droghe leggere e pesanti: nella norma di conversione furono inseriti emendamenti estranei all'oggetto e alle finalità del decreto. Con questa decisione viene quindi riesumata la legge Iervolino-Vassalli come modificata da referendum del '93, che prevede pene più basse per le droghe leggere.

Il ricorso partito da un trentino - Tutto è iniziato dal ricorso presentato da un uomo di Trento che fu condannato a quattro anni di reclusione perché trasportava 3,8 chili di hashish senza aver avuto la condizionale. Sono stati i suoi legali a portare davanti alla consulta la legge Fini-Giovanardi, nata nel 2005, che equiparava le droghe pesanti a quelle leggere inasprendo di fatto le pene per queste ultime.

Prima a droghe più o meno dannose corrispondevano pene più o meno alte. Un quadro modificato profondamente dalla Fini-Giovanardi: le pene che prima andavano da 2 a 6 anni per le droghe leggere, sono passate a 6-20 anni di reclusione e multa fino a 260mila euro. Il titolo originario di quel decreto, approvato dall'allora governo Berlusconi, riguardava misure per la sicurezza delle Olimpiadi invernali di Torino, per prevenire e combattere criminalità organizzata e terrorismo, disposizioni sul diritto di voto degli italiani all'estero e anche norme per favorire il recupero dei tossicodipendenti contenute nell'art. 4. Queste misure, quindi, come fa notare nella sua ordinanza la Cassazione, non riguardavano la disciplina sulla droga.

Giovanardi: "Consulta scavalca Parlamento" - "La Fini-Giovanardi è entrata in vigore all'inizio del 2006: nessuno dei governi e dei parlamenti eletti nel 2006, 2008 e 2013, con maggioranze di centrosinistra, di centrodestra o tecniche, ha mai provveduto a modificarla. Dopo otto anni la Corte Costituzionale scavalca il Parlamento confermando alcuni articoli aggiunti nella legge di conversione e annullandone altri sulla base anche di una ben orchestrata campagna promozionale". Lo afferma il senatore di Ncd, Carlo Giovanardi, tra gli autori della legge sul consumo di droghe. "Nel merito della questione, segnalo che rimane in vigore la legge precedente, che punisce con l'arresto e il carcere sia lo spaccio di cannabis che quello di altri tipi di droghe, con la relativa riproposta confusione giurisprudenziale di quale sia la quantità di sostanza che fa scattare la sanzione penale mentre il ricollocare in tabelle diverse le cosiddette droghe leggere e pesanti è una scelta devastante dal punto di vista scientifico e del messaggio rivolto soprattutto ai giovani su una presunta differenziazione di pericolosità dei vari tipi di sostanza, delle cui conseguenze la Corte stessa si assume tutta la responsabilità", aggiunge il senatore.

Fini: "Sento ancora mia quella legge" - Gianfranco Fini ha commentato così la bocciatura da parte della Consulta: "Sento ancora mia quella legge perché ho contribuito a scriverla e proprio per questo prima di esprimermi voglio leggere le motivazioni che hanno portato la Corte a bocciarla. Per ora nessun commento".