Parla Pete Hegseth

Usa, il Pentagono: "Un attacco cinese a Taiwan potrebbe essere imminente" | La replica di Pechino: "Provocazioni e istigazioni"

Il segretario della Difesa, Pete Hegseth, aveva affermato che la Cina si prepara a usare la forza in Asia e gli Usa "sono tornati nell'Indo-Pacifico per restarci"

31 Mag 2025 - 18:53

Per gli Usa, un attacco militare della Cina a Taiwan "potrebbe essere imminente", sulla scia della volontà di Pechino di diventare potenza egemonica in Asia. Il modo in cui Pechino agisce dovrebbe suonare come "campanello d'allarme", ha detto il capo del Pentagono Pete Hegseth a Singapore invitando gli alleati nell'Indo-Pacifico ad aumentare la spesa per la difesa come ulteriore deterrente. Qualsiasi tentativo "della Cina comunista di conquistare Taiwan avrebbe effetti devastanti per l'Indo-Pacifico e per il mondo. La minaccia rappresentata dalla Cina è reale. E potrebbe essere imminente".

"La Cina si prepara a usare la forza in Asia"

 La Cina "si sta preparando in modo chiaro e credibile a usare potenzialmente la forza militare per alterare l'equilibrio di potere nella regione dell'Indo-Pacifico", ha sottolineato ancora Hegseth al forum sulla sicurezza Shangri-La Dialogue. "La minaccia rappresentata dalla Cina è reale, Pechino spera di dominare e controllare l'Asia". E le frequenti esercitazioni militari nello Stretto di Taiwan ne sarebbero una dimostrazione.

Gli Usa non cercano la guerra con la Cina, ma...

 Nel suo primo importante discorso da segretario alla Difesa, Hegseth ha detto che gli Stati Uniti "non cercano il conflitto" con la Cina, ma "non permetteranno che i nostri alleati e partner siano subordinati". Pechino sta usando le capacità informatiche per attaccare infrastrutture critiche negli Stati Uniti e altrove e sta molestando i suoi vicini, tra cui Taiwan, nel mar Cinese meridionale. "È di dominio pubblico che Xi ha ordinato al suo esercito di essere in grado di invadere Taiwan entro il 2027. L'Esercito popolare di liberazione sta preparando l'esercito per farlo, addestrandosi ogni giorno e preparandosi per il vero accordo", ha aggiunto Hegseth, riferendosi al presidente cinese Xi Jinping e alle forze armate di Pechino sui loro presunti piani militari segnalati dall'intelligence Usa. Di fronte alla minaccia cinese, Hegseth ha osservato che molti Paesi sono "tentati dall'idea di cercare sia una cooperazione economica con la Cina sia una cooperazione di difesa con gli Stati Uniti". Tuttavia, ha avvertito che la dipendenza economica dalla Cina "complica il nostro spazio decisionale in periodi di tensione o conflitto".

... stringono a sé gli alleati asiatici

 Sull'invito ad aumentare le spese per la difesa, l'ex anchor di Fox News ha aggiunto che "è difficile credere di poterlo dire, ma gli alleati e i partner asiatici dovrebbero guardare ai Paesi europei come a un nuovo esempio. I Paesi della Nato si impegnano a spendere il 5% del loro Pil per la difesa, persino la Germania", ha aggiunto Hegseth, citando l'aspettativa avanzata a febbraio agli alleati europei alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. "Come può avere senso che i Paesi europei facciano questo mentre i principali alleati e partner in Asia spendono molto meno di fronte a una minaccia ben più formidabile da parte della Cina comunista, per non parlare della Corea del Nord?" In definitiva, "una rete di alleati e partner forte, risoluta e capace è il nostro principale vantaggio strategico. La Cina invidia ciò che abbiamo insieme", ma è necessario investire di più. Gli alleati americani nell'Indo-Pacifico dovrebbero "potenziare rapidamente le proprie difese", ha affermato.

Hegseth: "Gli Usa sono tornati nell'Indo-Pacifico per restarci"

 Il numero uno del Pentagono ha poi assicurato che gli Stati Uniti sono "tornati" nell'Indo-Pacifico e "per restarci". Come avevamo anticipato su Tgcom24 all'alba del secondo mandato presidenziale di Donald Trump, la regione rappresenta il teatro prioritario per la politica estera americana. L'obiettivo dichiarato da Hegseth è "rassicurare gli alleati dell'area sulle intenzioni di Washington".

I piani di Trump per l'Indo-Pacifico

 Dal ritorno di Trump alla Casa Bianca, Washington ha rafforzato le sue richieste affinché gli alleati si assumessero una maggiore responsabilità per le rispettive difese convenzionali, senza aspettarsi che gli Usa si facciano carico dei relativi oneri materiali. Per una generazione, l'America ha ignorato l'Indo-Pacifico, ma ora fa sapere al Dragone che "è lì per restare". Nel suo secondo viaggio in Asia, il segretario alla Difesa americano ha detto che nessuno dovrebbe dubitare dell'impegno degli Stati Uniti nei confronti dei propri alleati nell'Indo-Pacifico. "Continueremo a stringere le braccia intorno ai nostri amici e a trovare nuovi modi di collaborazione". Hegseth ha ricordato Trump si è impegnato a "raggiungere la pace attraverso la forza", un processo iniziato con la dissuasione delle aggressioni nell'Estremo Oriente.

Il messaggio della Cina

 A differenza degli ultimi anni, la Cina non ha inviato il proprio suo ministro della Difesa al forum di Singapore, optando quest'anno per l'invio di una delegazione dell'Università nazionale di Difesa dell'Esercito popolare di liberazione. "Noi siamo qui e qualcun altro non c'è", ha rincarato Hegseth, in riferimento all'assenza dell'ammiraglio Dong Jun, ministro della Difesa cinese. Gli Stati Uniti sono vincolati da un trattato a difendere le Filippine se sotto attacco e si sono impegnati in termini netti a proteggere Taiwan, isola che Pechino rivendica come parte "sacra" e "inalienabile" del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.

Cina: "Da Hegseth mentalità di scontro da Guerra Fredda"

 La Cina ha fermamente condannato il discorso tenuto dal nuovo capo del Pentagono, definendolo pieno di "provocazioni e istigazioni". In particolare Pete Hegseth "ha ignorato le richieste di pace e di sviluppo dei Paesi della regione, ha propagandato la mentalità di scontro frontale tipica della Guerra Fredda, ha diffamato e attaccato la Cina e ha esagerato la 'teoria della minaccia cinese', che era piena di provocazioni". Così un portavoce del ministero degli Esteri cinese, in una nota, ha duramente contestato i giudizi di Hegseth allo Shangri-La Dialogue di Singapore con commenti negativi su Taiwan e mar Cinese meridionale. "La Cina è fortemente insoddisfatta e fermamente contraria, e ha presentato proteste formali agli Stati Uniti", ha aggiunto la nota.

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