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Isis, jihadisti uccidono uomo perché gay: gettato dal tetto e poi lapidato

La brutale esecuzione è avvenuta al confine tra Iraq e Siria

gill rosenberg israele curdi isis
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I jihadisti dello Stato Islamico hanno ucciso un uomo accusato di essere omosessuale. Dopo averlo gettato dal tetto di un edificio al confine tra Iraq e Siria, lo hanno lapidato. La notizia è stata riferita dalla stessa organizzazione terroristica, che in un comunicato mostra anche le foto dell'esecuzione.

Il fatto, avvenuto in una località sconosciuta a cavallo tra la Siria orientale e l'Iraq occidentale, supera per livello di atrocita' i pur molti crimini di cui si sono macchiati i jihadisti nel nome della loro interpretazione della Sharia, comprese lapidazioni sulla pubblica piazza di donne accusate di adulterio e l'esposizione di corpi crocifissi di giustiziati per vari reati.

Un tribunale dell'Isis ha ritenuto giusto applicare un'antica tradizione islamica secondo la quale "i sodomiti devono essere fatti precipitare dal punto più alto della città, e poi lapidati fino alla morte".

Per illustrare il tutto, i responsabili per la comunicazione dell'organizzazione jihadista pubblicano tre fotografie in cui, come si legge nella didascalia, è mostrata "l'esecuzione della condanna". Nella prima immagine si vede il condannato, ammanettato dietro alla schiena, mentre precipita dal tetto di un edificio di due piani, sul quale stanno otto miliziani incappucciati di nero, alcuni armati, che lo guardano cadere.

Nella seconda e nella terza fotografia l'uomo è mostrato steso a terra, scalzo, con accanto diversi mattoni che con tutta probabilità sono serviti a finirlo. Anche qui si vedono alcuni miliziani incappucciati, uno dei quali sembra leggere il decreto di condanna.