TANANAI SI SCHIERO' CON LUI

Toomaj Salehi, arrestato e rilasciato il rapper-metalmeccanico che fa paura al regime iraniano

Da sempre oppositore di Teheran Toomaj Salehi fu condannato a morte per i testi avversi all'establishment. Una sollevazione popolare lo ha salvato. Adesso chiede lo stop dell'arricchimento dell'uranio e torna nel mirino. In passato per lui si è mobilitato Tananai

21 Giu 2025 - 12:26
 © Ansa

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uando Toomaj Salehi, il rapper-metalmeccanico iraniano simbolo della lotta al regime, venne condannato a morte per i suoi versi durissimi nei confronti dell'establishment di Teheran, le proteste nel suo Paese furono veementi. I suoi colleghi operai marciarono per le strade di Teheran scandendo lo slogan Toomaj ci rappresenta, liberiamo lui e l'Iran. Persino le maestre della sua regione scioperarono, facendo capire che non sarebbero tornate in servizio finché Toomaj non fosse stato rilasciato in attesa della pena capitale. La sua storia oltrepassò i confini dell'Iran, arrivando a colpire l'opinione pubblica internazionale. Persino Tananai lanciò un appello in un concerto e gli Eugenio in Via Di Gioia con Willie Peyote arrivarono a comporre una canzone per il rapper.

Alla fine, con l'impegno di tutti, Toomaj tornò libero.

Il ragazzo non ha tuttavia mai smesso di essere nel mirino del regime e ora, approfittando della confusione di questi giorni, trenta agenti della Repubblica Islamica sono andati direttamente a casa sua, con l'obiettivo di spaventarlo e farlo tacere quanto più possibile. L'artista è stato interrogato per ben cinque ore mentre i suoi telefoni venivano controllati e i suoi social disattivati. Poi è stato lasciato libero, o almeno questo è quello che è stato detto, ma la domanda è per quanto tempo ancora Toomaj Salehi verrà risparmiato?

Le ultime parole

 Il rapper era stato molto attivo sui suoi seguitissimi profili social in questi giorni, soprattutto dopo l'attacco israeliano. Si era infuriato quando Trump aveva ordinato a lui e ai suoi connazionali di evacuare Teheran: "Sciorina solo slogan populisti. L'invito ad evacuare serve solo per poi poter dire che non vuole uccidere civili". Ma ovviamente Toomaj se l'era presa soprattutto con chi in patria gli rende la vita impossibile, lo stato maggiore iraniano: "Non riempitevi la bocca con la parola "Iran" quando per il leader di Hezbollah Nasrallah avete costruito una città mentre per la gente di Teheran nemmeno un rifugio". Parole forti, ma in linea con le invettive contro il regime disseminate nelle sue canzoni.

In un pezzo intitolato Soorakh moosh/Rathole cantava ai suoi carcerieri che la loro fine era ormai vicina e che avrebbero fatto meglio a comprarsi "una tana per topi". Ma Toomaj Salehi in questi giorni aveva usato anche un linguaggio insolitamente meno incendiario, chiedendo come tanti altri artisti invisi al regime un cessate il fuoco e invitando lo stato maggiore iraniano a rinunciare all'arricchimento dell'uranio.

Versi contro la dittatura

    Adesso che una trentina di militari armati si sono introdotti in casa sua alle quattro del mattino però l'incubo è tornato e la sua voce è di nuovo stata silenziata. Come già in passato l'Iran ha deciso di approfittare della confusione provocata dalla guerra per risolvere dei problemi sul fronte interno e Toomaj è solo uno dei nomi più altisonanti in una lista piena di cantanti, attori, registi e in generale artisti invisi a chi tiene le redini del Paese, chissà per quanto ancora. "Noi artisti abbiamo solo parole, ma possiamo usarle come una mitragliatrice contro la dittatura", aveva scritto qualche mese fa, conscio che proprio per ciò che dice fa al regime più paura di un attacco armato.

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