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I dodici Paesi "nemici di Internet"

Libertà online, da Rsf la lista nera

Cina, Cuba, Egitto e Iran sono i principali Paesi "nemici di Internet".

Lo ha stabilito "Reporters Sans Frontieres", che ha stilato uno speciale elenco delle nazioni più attente al controllo e alla limitazione della Rete. "Invece di essere un veicolo di libertà, nei Paesi incirminati il Web è assimilabile a una grande rete aziendale sottoposta a mille limitazioni - si legge nel rapporto di Rsf -. E chi cerca di aggirare le regole rischia il carcere".

Nell'elenco dei "cattivi", nel dettaglio, Reporters Sans Frontieres inserice 12 Paesi: Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran. Siria, Tunisia, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam.

Ma non è tutto qui. Altre dieci nazioni, tra cui Australia e Corea del Sud, sono state invece dichiarate "sotto osservazione" per avere adottato misure che Rsf definisce "inquietanti" non compatibili con la libertà di espressione e di informazione. In Australia, ad esempio, si sta discutendo di un progetto di legge che consentirebbe ai "provider" di controllare ogni utente e di bloccare contenuti "inappropriati" nel nome della lotta alla pedofilia e al "download" illegale di video e musica.

Secondo l'organizzazione, infine, il record di "ciber-dissidenti" in carcere è detenuto dalla Cina con 49. Seguono il Vietnam con 7 e l'Iran con 4. In totale, Rsf è a conoscenza di 69 persone imprigionate per essersi "liberamente espresse attraverso Internet". Un numero che sottolinea la pericolosità del Web in alcuni Stati.