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Afghanistan,l'Italia manda rinforzi

Altri mezzi e militari per la sicurezza

Dopo l'attacco ai militari italiani a Herat, nell'Afghanistan occidentale, il ministro della Difesa Arturo Parisi ha riferito in Parlamento per inviare rinforzi nel Paese.

Secondo quanto annunciato, si tratta di cinque elicotteri Mangusta, otto corazzati Dardo e dieci blindati Lince. Inoltre arriveranno anche gli equipaggi e il personale di supporto tecnico e logistico, per un complesso di circa 145 militari.

Dei rischi crescenti sono ben consapevoli i comandanti sul campo. Il 6 maggio scorso il generale Antonio Satta, comandante della regione ovest dell'Isaf - illustrando la situazione allo stesso ministro, in visita proprio ad Herat - aveva sottolineato che ''nell'ultimo periodo si è riscontrato un incremento della minaccia, con particolare riferimento all'impiego di ordigni esplosivi improvvisati e alla frequenza di attacchi, condotti da piccoli gruppi di ribelli''.

Parisi: "Serve più protezione"
I "rinforzi" saranno inviati per ampliare capacità di muoversi e operare in sicurezza del contingente italiano. Lo ha detto il ministro Arturo Parisi alle commissioni Difesa ed Esteri del Senato. Ad Herat, prosegue Parisi, "c'è stato un preoccupante aumento di attentati contro gli italiani che dunque necessitano di nuove misure di protezione". La spesa preventiva "è quantificata in 25,9 milioni di euro, di cui 7,2 milioni una tantum per le predisposizioni, i trasporti e le infrastrutture logistiche in Teatro, e 18,7 milioni di costi ricorrenti, per un periodo di circa 7 mesi, fino al 31 dicembre 2007". Il ministro ha comunque precisato che "le decisioni assunte non alterano in alcun modo né la natura della partecipazione del nostro contingente alla missione Isaf né, tanto meno, le finalità ultime della nostra presenza". I nuovi mezzi "permetteranno però di migliorare le capacità di esplorazione, la mobilità e la protezione, quindi sicurezza attiva e passiva, delle nostre truppe".

Uccisi 60 talebani in raid Nato
In un raid aereo compiuto dalla Nato nel sud dell'Afghanistan sono rimasti uccisi 60 talebani. Lo ha riferito il capo della polizia locale, Asmatullah Alizai, precisando che tra le vittime ci sono tre importanti leader del distretto di Jalai della provincia di Kandahar. Il bombardamento delle forze Nato aveva come obiettivo alcuni covi di militanti talebani che erano stati segnalati da alcuni informatori.