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Marò, istanza alla Corte Suprema "Nia per sua natura non può indagare"

I fucilieri hanno presentato un documento a Nuova Delhi, dove chiedono che la polizia antiterrorismo non intervenga sul loro caso

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I due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, hanno presentato alla Corte Suprema indiana un'istanza con la quale si oppongono all'utilizzo della Nia (la polizia antiterrorismo) per condurre le indagini sul loro caso. Nel documento si sostiene che la Nia, per sua natura, non può agire in assenza di specifiche leggi speciali, come il Sua Act, per la repressione della pirateria.

Il documento presentato dai due fucilieri comprende una cinquantina di pagine, realizzato con i legali italiani che li stanno affiancando. Durante l'ultima udienza il procuratore generale indiano, Goolam Essaji Vahanvati, della Corte Suprema locale, aveva annunciato che la legge non sarebbe stata utilizzata. La richiesta era comunque quella di mantenere la Nia quale soggetto delle indagini e incaricata della stesura dei capi d'accusa. Il legale dei due Marò, Mukul Rohatgi, si era opposto alla proposta. La Corte aveva quindi aggiornato l'udienza senza fissare una data.

Mogherini: "Lavoriamo per riportarli in Italia" - Nel frattempo il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha twittato: "Parlato ora con il ministro degli Esteri indiano Khurshid dei nostri Marò. Lavoriamo per riportarli in Italia".