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Rabbia: serve davvero contare fino a dieci?

Secondo alcuni è un buon sistema per riprendere il controllo, per altri invece è addirittura controproducente

Istockphoto

Insieme a gioia, tristezza, paura, sorpresa e disgusto, la rabbia fa parte delle emozioni primarie ed è quindi un’esperienza che noi tutti ben conosciamo e che sperimentiamo anche con una certa frequenza. La collera però ha una connotazione negativa: il fatto di manifestarla e, peggio ancora, esprimerla senza controllo ci mette in cattiva luce e ci espone alle critiche altrui.  Reprimere o semplicemente negare questo sentimento non proprio lusinghiero può essere difficile e addirittura controproducente: persino il proverbiale “contare fino a dieci” non è una strategia vista con favore da tutti. 

UNA PESSIMA FAMA – Ci viene insegnato fin da piccoli: una crisi di rabbia davanti a un no dei genitori è un comportamento malvisto tanto da provocare una punizione. Dato che puntiamo ad essere amati e accettati dai nostri cari, siamo portati fin da piccoli a reprimere la collera o a addirittura a negare di provarla. Eppure, come ogni altra emozione, si tratta di un espediente che il nostro organismo mette in atto per avvisarci di qualcosa che non va, come una sorta di campanello d’allarme. Nello specifico, la rabbia è una reazione adattativa a uno stato di frustrazione e di malessere. Provoca anche alcuni sintomi fisici, come un aumento della sudorazione, una maggiore frequenza cardiaca e respiratoria, tensione muscolare e senso generale di agitazione. Dal punto di vista delle relazioni umane, una crisi di collera fa aumentare l’aggressività, ci fa perdere l’empatia e la capacità di cogliere il punto di vista altrui. Reprimere la collera è però quasi impossibile e controproducente: una rabbia inespressa troppo a lungo può arrivare a una vera esplosione: meglio imparare a gestirla e a liberarla in modi socialmente accettabili. 

 

IL LATO BUONO – Secondo uno studio dell'Università Autonoma del Messico (UNAM), se presa a piccole dosi la rabbia avrebbe persino un effetto positivo sul nostro cervello. Nel momento in cui ci salta la mosca al naso una maggiore produzione di dopamina e noradrenalina, gli ormoni legati allo stress, fanno aumentare frequenza cardiaca e respiratoria, pressione sanguigna e attività dei neuroni. Un "bottarella" di rabbia al giorno, insomma, darebbe la sveglia al sistema nervoso, con alcuni effetti positivi sull’organismo in generale. L'importante è la rabbia sia presa a piccole dosi: non più di una mezz'oretta al giorno. Altrimenti fa davvero male alla salute. 

 

CONTARE FINO A 10: SÌ O NO? – Agire d’impulso, sull’onda di un attacco di collera è spesso una pessima strategia. La spinta delle emozioni può letteralmente accecarci e farci commettere azioni sconsiderate delle quali finiremmo per pentirci amaramente. Una presa di distanza è dunque indispensabile: in questo senso il fatto di fare un bel respiro e contare fino a dieci può essere senz’altro utile. Non tutti però sono d’accordo: l’utilità di questo espediente di sopravvivenza è stato messo in dubbio alcuni anni fa da uno studio realizzato dall’Università dell’Ohio analizzando i comportamenti di un gruppo di studenti sottoposti a una situazione stressante. Chi si tratteneva per quei dieci fatali secondi si ritrovava più arrabbiato e aggressivo rispetto a chi non aveva fatto nulla per controllarsi. Gli scienziati hanno spiegato questa curiosa osservazione con il fatto che, nel breve intervallo che precede la reazione, la persona, cercando di analizzare i propri sentimenti, si concentra ancora di più sulla collera e sulle emozioni negative che prova. Insomma, peggiora la situazione. Secondo altri, invece, il fatto di prendersi del tempo prima di reagire, può essere un buon modo per prendere un po’ di distanza dalla frustrazione, per far decantare l’aggressività e quindi per controllare meglio la situazione. 

 

STRATEGIE PER GESTIRE LA RABBIA – Dimentichiamo l’equazione: sono arrabbiato e quindi “non amabile”: Anche se ce lo hanno inculcato da piccoli (a un bambino che fa i capricci nessuno vuole bene), è assolutamente falso. 
- Concediamo alla nostra rabbia il diritto di esistere: lo scopo è gestirla, non reprimerla
- Usiamo l’energia che ci viene da un attacco per collera per capirne la ragione profonda (ad esempio un atto di prepotenza ci fa sentire deboli e questa fragilità ci fa incollerire ancora di più.
- Impariamo ad agire nonostante la rabbia: controllando l’aggressività facciamo valere la nostra opinione in modo assertivo, con chiarezza ed efficacia.

- Troviamo un modo per scaricare la tensione (sport, musica, meditazione) 
- Impariamo a non prenderla sul personale: spesso la rabbia scatta quando ci identifichiamo con le parole o nella persona che le pronuncia: troviamo il modo di prendere le distanze da quello che fa scattare i nostri meccanismi di difesa.  
- Impariamo a “darci un taglio”: cerchiamo di non protrarre troppo lo stato di agitazione che segue uno scoppio di collera.
- Miglioriamo la nostra autostima: in fondo siamo persone ragionevoli e assertive.  Anche se ogni tanto ci arrabbiamo. 

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