Violenza di coppia

Consenso sessuale: per negarlo dovrebbe bastare un semplice no

L'accordo esplicito e volontario delle due parti è indispensabile per intraprendere qualsiasi attività erotica, ma spesso viene ignorato o disatteso

16 Mag 2025 - 05:00

Il consenso sessuale è la manifestazione esplicita, libera e consapevole della volontà di partecipare a un’attività di tipo intimo, espressa con chiarezza da entrambi i partner prima di intraprendere un atto di questo genere, che si tratti di un rapporto vero e proprio, ma anche di gesti che appartengono a questa sfera, come amplessi, contatti con intenzioni amorose, condivisione di immagini a carattere sessuale, persino scambiarsi messaggi o intraprendere attività erotiche online.  Imparare a comunicare il proprio consenso, o la negazione di esso, e a comprendere con chiarezza le intenzioni dell’altro, è indispensabile e sempre più urgente, per costruire un rapporto di coppia sano e rispettoso.

LE CARATTERISTICHE DEL CONSENSO SESSUALE – Si può parlare di consenso sessuale quando due persone, con piena consapevolezza, sono d’accordo nel partecipare a un atto di natura sessuale e questa volontà è altrettanto chiara al partner. Non bastano quindi, un "silenzio assenso", la mancanza di resistenza o di altri segnali indiretti: deve esserci una manifestazione esplicita e inequivocabile del pensiero di entrambi. Ma non solo. Per essere davvero tale, il consenso sessuale deve avere alcune caratteristiche. Deve essere libero, ovvero espresso senza alcuna coercizione, né sotto la spinta del timore o del ricatto; deve essere chiaro e informato, ovvero ciascuno deve comprendere in che cosa consiste l’atto a cui ci si accinge e sapere come si svolge; il consenso deve essere comunicato esplicitamente e con chiarezza a parole, con gesti di entusiasmo e nel caso di attività online deve essere messo per iscritto. Deve inoltre essere continuativo e reciproco: ad esempio, è possibile acconsentire a un bacio, ma non a carezze intime: in questo caso il consenso viene ritirato (e ciò può avvenire in qualsiasi momento) e l’attività deve essere interrotta. Per esprimere il proprio consenso occorre essere capaci di intendere e di volere: una persona non è in grado di acconsentire se è di età inferiore a un'età considerata minima (nel nostro Paese l’età è fissata tra i 14 e i 16 anni, a seconda dei casi e delle persone coinvolte); lo stesso vale se la persona è sotto l'effetto di alcol o sostanze stupefacenti, se ha perso i sensi, non è sveglia o non è lucida.

I GIOVANI E IL CONSENSO – Il concetto di consenso informato è un tema che crea ancora grande confusione, sia tra gli adulti che, soprattutto tra i più giovani. Lo dimostra uno studio pubblicato pochi mesi fa, la Survey Teen 2024, intitolata "Senza Confine - Le relazioni e la violenza tra adolescenti", effettuata da Fondazione Libellula, l’impresa sociale nata con lo scopo di agire sul piano culturale per prevenire la violenza e la discriminazione di genere. L’indagine ha restituito una fotografia sulla comprensione e l’esperienza della violenza di genere tra adolescenti dai 14 ai 19 anni, una fascia di età delicata e problematica. Dall'indagine è risultato che i ragazzi spesso non hanno consapevolezza di alcuni concetti chiave, tra cui proprio quello di consenso come volontà esplicita e revocabile di due o più persone, e del suo confine con la violenza in campo amoroso e sessuale. Ad esempio, un adolescente su cinque non considera violenza una serie di atti, tra cui toccare una persona senza il suo consenso, o addirittura baciarla senza il suo consenso. Uno su quattro è convinto che non sia atto di violenza raccontare ad amici e amiche dettagli intimi del o della partner senza il suo consenso. Inoltre, circa un terzo del campione non riconosce come violenza il fatto di dire alla partner (o al partner) quali vestiti può indossare e quali no, impedire di accettare nuove amicizie online senza averne parlato prima, chiedere di geolocalizzarsi quando si è fuori e voler sapere sempre con chi l'altro si trova. Secondo il 40% degli adolescenti (maschi e femmine) telefonare o inviare insistentemente messaggi a una persona non è una forma di violenza. Per saperne di più  www.fondazionelibellula.com/it/. 

CHIEDERE ED ESPRIMERE IL CONSENSO - Chiedere ed esprimere in modo chiaro ed esplicito il consenso sessuale è indispensabile per garantire la serenità di entrambi i partner e per costruire una relazione seria e rispettosa. Anche se questo può essere espresso in modo non verbale, è bene che il consenso (o la negazione di esso) sia espresso chiaramente a parole, specie se i due partner non si conoscono ancora in modo approfondito e per evitare fraintendimenti e malintesi. Non si deve temere che la richiesta di consenso possa interrompere o guastare l'intimità: al contrario, possono arricchirla, trasformando il dialogo in una parte integrante dell’esperienza sessuale. Basta una frase come: “Dimmi che cosa ti piace”, oppure “mi piacerebbe” o “vorrei” per comunicare i propri desideri in modo propositivo. Per ritirare invece il proprio consenso in qualsiasi momento dell'interazione, si possono usare frasi come: "Fermati", “Ho cambiato idea”, “Non voglio più farlo”, oppure "Basta", o addirittura un semplice "No".In caso di linguaggio non verbale valgono come rifiuto gesti come il non partecipare più attivamente, bloccarsi o smettere all’improvviso di parlare, cercare di distanziarsi fisicamente, mostrare segni di tensione o disagio. In questo caso, il partner deve interrompersi immediatamente e cercare una conferma verbale ed esplicita della reale volontà dell'altro.

IN PRATICA  - Se la persona con cui abbiamo una relazione dice sì, esplicitamente, liberamente e senza pressioni da parte nostra, questo è un via libera. Se invece uno dice sì, ma l’altro dice no, ci si deve fermare.

- Il sì deve restare tale per tutto il tempo: se a un certo punto uno dei due si ritrae o dice no, l’altro deve fermarsi, a qualsiasi punto sia arrivato.

- Se il sì non è pieno, libero e consapevole non è un vero assenso. Se dopo aver detto sì la persona si è addormentata, ubriacata o ha assunto sostanze che offuscano la lucidità, ci si deve fermare.

- Non valgono come sì il luogo in cui ci si trova, il modo in cui la persona è vestita, l’assenza di opposizione.

- Se la persona esita, non è sicura, continua a cambiare idea, il suo sì è da considerare come un no.

- Se l’altro ha acconsentito, ma poi il suo comportamento o il linguaggio del corpo mostrano riluttanza o ritrosia, ci si deve fermare.

- Il silenzio non è consenso, ma dissenso. Quando l’altra persona non esprime verbalmente un consenso esplicito e gli indizi non verbali indicano tensione, disagio o paura, è un no.

- Se uno dei due partner ha meno di 14 -16 anni non è in grado di esprimere il suo consenso in modo consapevole e ci si deve fermare.

- Se i segnali e i comportamenti non sono chiari è indispensabile chiedere esplicitamente.

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