Problemi estivi

Bimbi al mare: come affrontare la loro paura dell’acqua

È un timore piuttosto comune nei piccoli di due-tre anni o anche oltre: per aiutarli servono rispetto, pazienza e molta calma

31 Lug 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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L'acqua è un elemento con cui i bambini hanno grande familiarità fin da prima della nascita, dato che la vita intra-uterina si svolge in immersione nel liquido amniotico.  Non si nasce quindi con il timore di essa: perché allora molti piccoli non osano avvicinarsi al mare, già in occasione dei loro primi incontri con le onde? La risposta va cercata nelle prime esperienze che il neonato ha avuto, a cominciare dal modo in cui si sono svolti i primi bagnetti e in cui il piccolo è stato lavato. Ricordiamo poi che il mare è grande e le onde, infrangendosi sulla riva fanno un rumore intenso, anche nelle giornate di calma piatta; vediamo dunque come affrontare i primi approcci con il mare, alle diverse età del piccolo.

IL NEONATO DI SOLITO NON HA PAURA DELL'ACQUA - Nutrirà forse un po' di diffidenza: del resto nei primi giorni di vita, non tutti i piccoli apprezzano il momento in cui vengono immersi nella vaschetta per essere lavati. Facciamo del nostro meglio perché l'esperienza sia piacevole, controllando con la massima cura la temperatura dell'acqua, aiutandoci con qualche giochino e badando a tenere gli occhi del piccolo al riparo da spruzzi e sapone. Un approccio gradevole con l'elemento liquido è la migliore premessa per sviluppare nel bambino l'acquaticità in modo sereno e divertente. Quando il bimbo ha raggiunto qualche mese di vita, può anche essere una buona idea per il genitore frequentare con lui un corso per bebé in piscina, per creare fin dall'inizio un buon rapporto con l'acqua.  Aspettiamoci però che il primo incontro con il mare sia diverso: qui ci sono le onde, imprevedibili per quanto piccole, e tanti suoni che il bambino non conosce e che gli possono apparire minacciosi, soprattutto le prime volte.

I PRIMI TIMORI - Potrà accadere che un bambino, anche se nella sua prima estate di vita ha sguazzato allegramente in braccio alla mamma, l’anno successivo mostri diffidenza e persino ritrosia nei confronti dell’acqua marina. In questi casi, non ha senso tentare di ragionare: il piccolo non è ancora in grado di comprendere. Possiamo provare a prenderlo in braccio ed entrare in acqua tenendolo stretto a noi, bagnandolo gradualmente e invitandolo a giocare. Se però il bambino manifesta timore, piange o esprime chiaramente la sua contrarietà, non è il caso di insistere. Lasciamolo giocare sulla spiaggia e in battigia, facendogli bagnare i piedini e rinfrescandolo ogni tanto, senza mai perderlo di vista. Possiamo anche usare una piscinetta di gomma da riempire con acqua di mare. Questa paura non è del tutto negativa: è importante che il bimbo impari il rispetto nei confronti del mare e, se è il caso, anche un po' di timore: si tratta pur sempre di un elemento infido anche per i nuotatori esperti ed è una buona cosa che il bambino non si lasci prendere dal gioco e non si addentri troppo nell'acqua alta. In ogni caso, rispettiamo i suoi tempi: ricordiamo che la paura di nuotare dove non si tocca, della quale molti adulti non riescono a liberarsi, dipende spesso proprio da brutte esperienze capitate negli anni dell'infanzia.

MAMMA TRANQUILLA, BAMBINO TRANQUILLO – i giochi sul bagnasciuga vanno bene fino ai tre anni circa: dopo quell’età, e a seconda del carattere del bambino, è bene incoraggiarlo a prendere confidenza con l’acqua. Il corso in piscina nei mesi invernali è sempre una buona idea: sono momenti in cui il piccolo, sotto la guida di personale esperto e in compagnia di altri bambini come lui, impara a scoprire l’acqua e a familiarizzare con essa. Anche in questo caso, però, il mare può riservare delle sorprese. Il piccolo, innanzi tutto, percepirà tutte le nostre eventuali paure, comprese quelle inconsce: se dunque non abbiamo a nostra volta una buona dimestichezza con l’acqua e, ad esempio, abbiamo timore di nuotare nell’acqua alta, facilmente trasmetteremo la nostra insicurezza al bambino. Meglio delegare a qualcun altro, magari l’altro genitore, i primi incontri con l’acqua marina. Per le prime volte, non serve andare oltre il punto in cui l’acqua ci arriva in vita: immergiamoci però in modo da mantenere il nostro viso all’altezza di quello del bambino, in modo da mantenere il contatto visivo e rassicurarlo. Assicuriamoci poi che nessuno nei paraggi si tuffi, spruzzi o strilli, in modo che l’approccio sia il più possibile tranquillo. In seguito, quando il bambino avrà preso confidenza, anche se indossa salvagente o braccioli, restiamo sempre a distanza di sicurezza, ovvero non più lontano della lunghezza del nostro braccio, in modo da intervenire prontamente in caso di bisogno.

L’IMPORTANZA DI IMPARARE A NUOTARE – Ogni anno sono moltissimi i bambini che perdono la vita per annegamento, ad esempio dopo una caduta accidentale in piscina. Per questo, e per la sua sicurezza, è indispensabile che il piccolo impari a nuotare con sicurezza il più presto possibile: il nuoto vero e proprio è un’abilità che si acquisisce di solito dopo i quattro anni, ma i piccoli possono imparare a galleggiare anche molto prima. I giochi al mare, in compagnia dei fratelli più grandi o degli amichetti, sempre sotto l’assidua e diretta sorveglianza di un adulto, sono il modo migliore per acquisire sicurezza in acqua, ma se la famiglia non ha l’occasione di fare vacanze marine con una certa frequenza, un corso in piscina è senz’altro la soluzione migliore. In ogni caso, se il bambino continua a mostrarsi restio all’idea di immergersi nell’acqua, è controproducente prenderlo in giro o sgridarlo. Spesso la sua paura non ha una causa precisa ed è difficile intervenire per placarla: di solito la migliore soluzione è l’esempio e la compagnia di qualcuno che gli proponga un gioco molto attraente in acqua: il bambino dimenticherà la paura e si divertirà. Se i genitori si mostrano rispettosi e non forzano i tempi nella prima infanzia, questo timore si dissolve con il tempo: a quel punto comincerà la lotta per l'eccesso opposto: una volta scoperte le gioie dell'acqua, il bambino non ne vorrà più sapere di uscire e asciugarsi. 

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