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Picnic: sul prato o in spiaggia, ma sempre con bon ton

Non si tratta solo di stile e di buona educazione: anche la merenda sull’erba ha le sue regole

17 Giu 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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Come ogni cosa, anche il picnic nella natura o in riva al mare, ha le sue regole di bon ton e il suo galateo: non si tratta solo di buona educazione, ma di una serie di principi necessari a garantirne in primo luogo la buona riuscita e il successo, lasciando i commensali appagati sia dal punto di vista gastronomico che da quello conviviale.  La colazione open air risponde infatti non solo a esigenze alimentari, ma anche e soprattutto a una funzione sociale e ludica: occorre quindi prestare attenzione al fatto che ogni partecipante possa godere appieno della bellezza del luogo, del buon cibo e della reciproca compagnia. Ecco allora come organizzare un picnic di successo, divertente e ben riuscito.  

LA TRADIZIONE DEL PICNIC – La consuetudine del pranzo informale all’aria aperta, fuori casa e nella natura, è nata nel Settecento, tra le classi sociali nobili di diversi Paesi europei: i signori usavano allestire tavolate all’aperto, in particolare in occasione delle battute di caccia, quando ci si allontanava dalle residenze anche per distanze ragguardevoli. Alle diverse esigenze dei signori era chiamata a rispondere una nutrita squadra di domestici, i quali portavano dalla villa o dal castello tutto quello che serviva per la comodità e il diletto dei loro padroni, comprese tovaglie di pizzo, porcellane e cristalli.  Il picnic, in seguito, divenne un’occasione di convivialità sociale più informale e come momento che favoriva il corteggiamento tra gentiluomini e fanciulle in età da marito.  Il termine picnic è comparso nell’Oxford English Dictionary nell'anno 1748, ma era probabilmente già utilizzato in precedenza; deriva dal francese piquenique, unione delle due parole piquer (rubacchiare, spilluzzicare) e nique, un termine arcaico che indicava qualcosa di poco valore, con chiaro riferimento a un piccolo pasto, fatto con cibi semplici e prelevati direttamente dalla cucina. Naturalmente, i picnic della nobiltà erano occasioni sociali sontuose, come veri e propri banchetti alla aria aperta in cui si mangiavano prelibatezze di ogni genere servite con eleganza. Il contesto in cui si svolgevano, però, comportava un’atmosfera più rilassato e meno pretenzioso, in cui era ammesso, ad esempio, sedere direttamente su un prato, giocare, passeggiare nella natura e conversare in modo più spontaneo, come dimostrano celebri dipinti impressionisti tra cui “Le déjeuner sur l'herbe” di Édouard Manet, realizzato dall'autore nel 1863. Il picnic è passato in seguito nella cultura americana, i quali ne hanno fatto l’occasione ideale per grigliate e barbecue: da lì si arriva ai giorni nostri e alla consuetudine del classico cestino colmo di cose buone e alla tovaglia a quadretti bianchi e rossi, da stendere sull’erba o sulla spiaggia. A questo modo informale di stare insieme e di pranzare è stata dedicata addirittura una Giornata Internazionale, che cade il 18 giugno di ogni anno. La Giornata non è nata per iniziativa di un ente o di un’istituzione in particolare, ma dalla volontà di celebrare il piacere del mangiare all'aperto, per promuovere lo stile di vita open air e per incoraggiare le persone a trascorrere del tempo immersi nella natura.  

LE REGOLE PER UN PICNIC BEN RIUSCITO La disposizione - La prima cosa da tener presente, quando si organizza una colazione sull’erba, è ricordare che ciascun commensale dovrà sentirsi a proprio agio e avere a disposizione quello che gli serve, a cominciare da un appoggio per le stoviglie, fino all’accesso comodo e adeguato ai piatti di portata, se questi sono comuni. I teli o i tavolini su cui sono appoggiate le vivande dovranno perciò essere disposti in modo che ciascuno possa avvicinarsi e servirsi con facilità, senza doversi accalcare troppo se la compagnia è numerosa. Ad esempio, si può destinare un tavolino al cibo e riservarne un altro alle bevande, mentre ci si potrà sedere per mngire su qualche sedia pieghevole o su uno spazio attrezzato sul prato.

- Piatti e bicchieri: meglio evitare i classici piatti e posate usa e getta, anche se di plastica compostabile o di carta, per non produrre inutili rifiuti. Molto meglio le stoviglie di plastica rigida o di metallo smaltato, colorate e lavabili, pratiche, resistenti ed ecologiche. Non vanno usate invece quelle in vetro e in ceramica che possono rompersi. In particolare, le posate e i bicchieri devono essere portati da casa in abbondanza, specie se sul luogo del picnic non esiste la possibilità di lavarli per riutilizzarli subito: calcoliamo un numero superiore del 30-40% rispetto a quelli dei commensali, a cui vanno aggiunte le posate necessarie per servirsi dai piatti comuni. Per quando riguarda i bicchieri, meglio evitare quelli a calice: lo stelo comporta un appoggio precario e su un prato può essere scomodo. La sua eleganza un po’ troppo formale è fuori luogo nell’atmosfera di un pic nic.

- Abbigliamento – Gli outfit informali sono perfetti: basta sentirsi comodi e ordinati. Scegliamo abiti adatti al clima e che ci permettano di sedere comodamente anche su una coperta distesa per terra, senza la preoccupazione di sgualcire i vestiti. Ci si può sedere come si preferisce: alla giapponese, inginocchiati e con le cosce appoggiate ai polpacci, oppure a gambe incrociare se indossiamo i pantaloni, a “sirenetta” con le ginocchia appoggiate a terra e le gambe raccolte di lato, oppure con una gamba ripiegata sotto di sé e l’altra con il ginocchio piegato al petto. Dopo mangiato, è consentito distendersi completamente per schiacciare un pisolino. Se al picnic sono presenti anziane o persone con mobilità ridotta è meglio avere con sé una sdraio o una sedia pieghevole.

- I cibi si preparano a casa: a meno non sia previsto un barbecue, i cibi arrivano sul posto confezionati in contenitori sigillati, meglio ancora se monoporzione, nei quali riporre anche gli eventuali avanzi da riportare a casa. Scegliamo alimenti pratici, che non sporchino troppo e che si possano mangiare con le mani o tutt’al più con l’ausilio di una forchetta. Attenzione alle salse, che macchiano e che sono facilmente deperibili.

- Comportamenti da evitare: sembra superfluo dirlo, ma non si devono mai appoggiare i piedi sulle tovaglie, anche se abbiamo tolto le scarpe. Sono autorizzati a farlo solo i bambini piccoli. Anche se è consentito mangiare con le mani, non dimentichiamo certe regole basilari: un panino o un sandwich di grandi dimensioni deve essere tagliato a metà o in terzi, si portano alla bocca bocconi di piccole dimensioni e si deve sempre avere un tovagliolo a portata di mano. Se ci troviamo in un’area in cui sono presenti altre persone, disponiamoci a una certa distanza da loro, in modo che ciascuno abbia il proprio spazio. Giocare a palla è possibile solo quando si ha molto posto a disposizione e non sono presenti altre persone. Evitiamo la musica a volume alto, il chiasso eccessivo e, se ci sono bambini o animali, sorvegliamoli per evitare che arrechino disturbo ad altri. Alla fine del picnic occorre accertarsi che l’area utilizzata si presenti esattamente come l’abbiamo trovata, senza lasciare in giro avanzi, pezzi di carta o, peggio ancora, rifiuti di qualunque genere.

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