L’importante è muoversi

Per la salute è meglio una camminata lunga di molte, ma più brevi

Secondo uno studio, a parità di passi complessivi, concentrare l’attività in una sessione continuativa offre più vantaggi

18 Nov 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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Il fatto una bella camminata sia un toccasana per la salute mette tutti d’accordo, a cominciare dall’invito a percorrere 10.000 passi al giorno per mantenersi salute. Sono meno chiare invece le indicazioni sulla modalità migliore per percorrere questi passi: in particolare non si sa con certezza se una sola lunga passeggiata sia da preferire a tanti brevi spostamenti, la cui somma arrivi comunque alle fatidiche 10.000 falcate. Su questo argomento si sono concentrati numerosi studi diversi, non tutti in accordo tra loro: l’ultimo di questi sembra concludere che le passeggiate più lunghe siano preferibili perché apportano più benefici di tanti spostamenti più brevi, anche se il numero complessivo di passi è lo stesso.

L’IMPORTANZA DI CAMMINARE - Centinaia di studi hanno dimostrato in modo concorde che più si cammina, maggiori sono i vantaggi per la salute, con rischi inferiori soprattutto nei confronti di malattie come il diabete di tipo 2 e perfino di demenza. Meno chiaro è il modo in cui arrivare a questo risultato: il nuovo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica “Annals of Internal Medicine”, è uno dei primi a studiare se il distanziamento di brevi passeggiate o la loro concentrazione in una sola camminata più lunga sia collegato a migliori risultati in materia di salute.

LO STUDIO - L'analisi ha preso in esame i casi di persone che facevano meno di 8.000 passi al giorno, la maggior parte dei quali ne percorreva appena meno di 5.000. Quelli che camminavano regolarmente per almeno 15 minuti hanno dimostrato di avere l'80% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa e quasi il 70% in meno di probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari in un periodo di circa 10 anni, rispetto a coloro che si dedicavano a camminare per brevi percorsi di cinque minuti o meno. L'età media dei partecipanti era di 62 anni, quindi il rischio di morte nei 10 anni successivi era ancora abbastanza basso all'inizio: circa il 4% nel gruppo di chi faceva passeggiate più brevi e meno dell'1% nel gruppo che si impegnava in camminate più lunghe. Dai dati emergeva solo una correlazione tra buona salute e camminate più impegnative, senza dimostrare che le passeggiate lunghe fossero effettivamente più salutari rispetto a tanti brevi momenti di cammino distribuiti nell’arco della giornata. A favore della maggiore salubrità delle camminate lunghe si è però schierato un altro esperto, il dottor Robert Gerszten, responsabile di medicina cardiovascolare presso il Beth Israel Deaconess Medical Center (un centro non coinvolto nello studio), il quale ricorda le conclusioni a cui sono giunti altri lavori, secondo cui l’organismo ha bisogno di tempo e continuità per sfruttare appieno i benefici dell'esercizio sulla salute, a cominciare da una migliore regolazione della frequenza cardiaca. Borja del Pozo Cruz, epidemiologo dell'Università Europea di Madrid che ha guidato lo studio, ha commentato: "Non stiamo dicendo che le camminate più brevi non funzionino, ma sembra che sia molto meglio accumulare passi per periodi più lunghi", ha aggiunto.

I ricercatori sono giunti a queste conclusioni dopo aver seguito 34.000 persone nel Regno Unito per circa una settimana, utilizzando accelerometri (speciali sensori che misurano l'accelerazione, cioè la variazione della velocità di un oggetto nel tempo) per misurare i passi. I soggetti partecipanti allo studio sono stati divisi in diversi gruppi in base ai loro modelli di camminata, contando i passi percorsi con qualsiasi tipo di attività e considerando che chi faceva passeggiate di almeno 15 minuti poteva aver fatto una camminata vera e propria, ad esempio, lungo i vialetti di un parco, mentre chi si spostava per intervalli più brevi probabilmente si era semplicemente mosso per la casa, svolgendo qualche attività domestica leggera. L’analisi ha tenuto conto poi dei fattori generali di salute e dello stile di vita dei vari soggetti, scoprendo che le persone dedite a passeggiate più brevi aveva un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari e morire per qualsiasi causa nei successivi 10 anni rispetto a chi faceva spostamenti più consistenti.  Il beneficio è stato particolarmente evidente nelle persone sedentarie e in quelle che avevano camminato per meno di 5.000 passi al giorno, ha detto il dottor del Pozo Cruz. Insomma: muoversi poco è meglio che niente, ma muoversi di più è decisamente meglio.

I NECESSARI APPROFONDIMENTI - Lo studio non è giunto a risultati definitivi sul modo migliore di camminare perché ha preso in considerazione il modo in cui le persone valutavano la loro salute. È possibile, perciò, che i soggetti abituati a fare passeggiate più consistenti fossero più sane già all'inizio. Lo studio inoltre non ha tenuto conto di quanto i quartieri di residenza dei soggetti studiati offrissero spazi per camminare in sicurezza, né degli altri eventuali allenamenti dei partecipanti, in discipline diverse dal camminare. E i modelli di camminata hanno fotografato la situazione di una sola settimana, troppo poco per riflettere le abitudini quotidiane di qualcuno. Tuttavia, gli esperti sono convinti che camminare di più e in modo continuativo sia sempre una buona idea. L’ideale è aumentare un po’ ogni giorno il tempo che dedichiamo alla camminata. Le tecniche suggerite sono le stesse che vengono proposte in queste situazioni: se non è possibile ritagliarsi del tempo per una camminata vera e propria, si può scendere dall'autobus una fermata prima, parcheggiare l'auto un po' più lontano dall'ufficio o raggiungere gli amici durante una passeggiata. Anche una breve passeggiata è meglio di niente, ma quanto più ci si muove tanto meglio è per la salute perché fare attività fisica per periodi più prolungati fa crescere i benefici per la salute.