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Ritenzione idrica: che cos’è e come contrastarla

È la grande nemica delle donne, difficile da sconfiggere ma che possiamo arginare con alcune sane abitudini

Istockphoto

Nel nostro Paese ne è affetta una donna su tre, ma il problema colpisce anche gli uomini, seppure con minore frequenza. La ritenzione idrica, come dice il suo stesso nome, è la tendenza delle cellule a trattenere i liquidi e con essi le tossine e i sali che vi si trovano. Questi liquidi in eccesso vanno ad accumularsi negli spazi tra cellula e cellula: oltre ad essere l’anticamera della cellulite, la ritenzione causa senso di pesantezza e gonfiore, soprattutto alle gambe. Le cause del problema possono essere molteplici e non sempre sono facili da contrastare: con uno stile di vita sano, però, e con alcuni accorgimenti si può fare molto per migliorare la situazione. 

CHE COS’È – I liquidi che l’organismo non riesce a smaltire si accumulano negli spazi interstiziali tra cellula e cellula causando un edema, ovvero un gonfiore anomalo, più frequente in alcune zone del corpo. I “punti critici” sono gli stessi in cui tende ad accumularsi anche il grasso, in particolare pancia, cosce, glutei, arti inferiori e caviglie. Questo ristagno e le tossine delle quali il liquido è carico possono compromettere il metabolismo cellulare. 

 

LE CAUSE DELLA RITENZIONE IDRICA – In molti casi l’accumulo di liquidi è un circolo vizioso. Una delle cause più frequenti del disturbo è il cattivo funzionamento della circolazione venosa e linfatica, che rende più difficile il deflusso dei fluidi carichi di tossine e sali. L’edema riduce ulteriormente l’ossigenazione dei tessuti interessati, peggiorando ancor più il microcircolo locale e la buona salute delle cellule che costituiscono tessuti di quel distretto. Oltre ai problemi circolatori e linfatici, possono causare la ritenzione idrica una dieta non adeguata, troppo ricca di sale, gli squilibri ormonali (ad esempio nei giorni che precedono il ciclo mestruale, in gravidanza e in menopausa), l’assunzione di farmaci tra cui i cortisonici e preparati contenenti ormoni, alcune patologie come disfunzioni cardiocircolatorie e renali, ipertensione, alcune malattie del fegato, alterazioni del metabolismo glicemico.

 

I SINTOMI – Per scoprire se soffriamo di ritenzione idrica è sufficiente premere il dito pollice sulla parte anteriore della coscia. Se l’impronta rimane ben visibile anche dopo aver tolto il dito, in quel punto sono probabilmente presenti liquidi in eccesso. I sintomi più frequenti sono il gonfiore, soprattutto alle caviglie, e il senso di pesantezza alle gambe. Nei casi molto gravi il movimento può diventare difficoltoso. Il gonfiore può presentarsi anche sulla pancia e creare disturbi gastrointestinali. 

 

LA CELLULITE -Anche se i due disturbi possono essere contemporaneamente presenti e comparire negli stesi distretti del corpo, sono due problemi ben diversi e da non confondere tra loro, pur avendo manifestazioni simili. La cellulite è infatti un’infiammazione del tessuto sottocutaneo, che causa una specie di rigonfiamento definito “pelle a buccia d’arancia”. La ritenzione è invece causata per lo più da una stasi venosa e linfatica o da squilibri ormonali. 

 

COME CORRERE AI RIPARI: ALIMENTAZIONE - Se il nostro problema non è causato da patologie importanti, di stretta pertinenza medica, le prime cose da fare per migliorare la situazione sono combattere il sovrappeso, che quasi sempre accompagna la ritenzione idrica, e aumentare l’attività fisica.  Alimentarsi in modo sano, evitando il più possibile cibi ricchi di sale, come salumi, formaggi stagionati, pesce affumicato, salatini, ed evitando di salare i piatti che portiamo in tavola, è il primo passo per favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Il sodio, infatti, tende a richiamare a sé altra acqua, rendendone più difficile l’eliminazione.  Possiamo poi consumare di preferenza alcuni alimenti dal riconosciuto potere drenante, tra cui l’ananas, gli asparagi, i cetrioli, la lattuga, la mela, i frutti rossi (in particolare ribes e mirtilli), i pomodori. È anche fondamentale idratarsi in modo corretto, assumendo almeno due litri di acqua al giorno, per stimolare la diuresi. Il potere di alcune erbe, da utilizzare per tisane e infusi, può esserci d’aiuto: tra queste spiccano il tarassaco, la betulla, l’ortica, il carciofo, il finocchio e molte altre ancora. Un aiuto viene anche dal succo di limone, da aggiungere all’acqua: stimola la diuresi e contribuisce ad eliminare le tossine. 

 

LO SPORT - Per stimolare la circolazione in modo naturale occorre fare movimento. Il nuoto, l’acquagym o l’acquabiking sono ottimi alleati: oltre a mettere in movimento tutti i muscoli del corpo, il fatto di essere immersi nell’acqua ci regala un salutare massaggio drenante che stimola il ritorno venoso e migliora la circolazione linfatica. Se la piscina (non appena si potrà) non fa comunque per noi, un ottimo sport è la corsa oppure, se non ce la sentiamo o siamo in forte sovrappeso, la camminata sportiva. Il movimento degli arti inferiori è infatti di fondamentale importanza, dato che proprio le gambe sono le più colpite dalla ritenzione idrica. 

 

STILI DI VITA - Sono anche da combattere il fumo, il consumo eccessivo di alcol, la sedentarietà o lo stazionamento prolungato in piedi: può aiutare anche il fatto di non indossare abiti troppo attillati, che possono rendere più difficoltosa la circolazione, e non portare troppo a lungo i tacchi alti o altissimi. Possiamo invece regalarci un buon massaggio linfodrenante, dalle mani di un’estetista esperta o anche fai-da-te. 
 

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