Il primo piatto simbolo della convivialità italiana evita i picchi glicemici, combatte lo stress e non fa ingrassare: bastano alcuni accorgimenti
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Sabato 25 ottobre è il World Pasta Day, la Giornata Mondiale dedicata alla pasta. Questo amatissimo alimento tutto italiano, apprezzato ovunque nel mondo, dal 2010 fa anche parte dei Patrimoni culturali immateriali dell'Umanità UNESCO, dato che è uno degli elementi base della Dieta Mediterranea. Oltre a essere un cibo fondamentale nella nostra tradizione alimentare, la pasta ha grande importanza per le sue numerose proprietà, grazie alle quali è un vero sostegno per l’umore e per il benessere quotidiano: consumata secondo precise regole non fa ingrassare e non deve essere eliminata completamente neppure nei regimi ipocalorici; consumata a cena può anche aiutare il buon riposo. Secondo dati di Unione Italiana Food, nel 2025 sono stati prodotti oltre 17 milioni di tonnellate di pasta nel mondo. L’Italia resta il primo produttore globale, con circa 4,2 milioni di tonnellate prodotte, ma è anche il Paese che più di tutti la fa conoscere al resto del mondo: quasi il 60% della produzione nazionale di pasta è infatti destinata all’estero.
IL WORLD PASTA DAY - La Giornata mondiale della Pasta è stata istituita nel 1995, in occasione della riunione del World Pasta Congress, che si tenne a Roma il 25 ottobre di quell'anno. Gli esperti di nutrizione di tutto il mondo si confrontarono sul valore di questo alimento e concordarono nel promuoverne il consumo, riconoscendone oltre al valore nutrizionale, anche l'eredità culturale: la pasta, infatti, è uno dei pilastri su cui si fonda la dieta mediterranea, una delle più salutari in assoluto. Obiettivo della Giornata è celebrare la pasta in tutte le sue caratteristiche, promuovendone la storia, le proprietà benefiche e il valore come cibo sano, gustoso e portatore di simboli positivi come la convivialità e la gioiosa condivisione.
LA PASTA FA INGRASSARE? - La risposta, forse a sorpresa, è no: la pasta, se consumata in porzioni corrette e all'interno di una dieta equilibrata, non fa ingrassare e pertanto è sbagliato bandirla dalla tavola anche quando si è a dieta. L'aumento di peso è causato non dalla pasta in sé, ma da un eccesso calorico complessivo. La pasta è, semmai, una fonte importante di carboidrati complessi che forniscono energia e sazietà: per renderla compatibile con una dieta equilibrata, anche se ipocalorica, deve essere compresa in un corretto piano alimentare. Eliminarla invece completamente dalla dieta non è salutare: i carboidrati complessi, presenti nella pasta, sono essenziali per la salute e come fonte di energia per l’organismo, soprattutto se si svolge attività fisica. Per godere dei benefici nutrizionali della pasta, senza far salire troppo la conta delle calorie, è consigliabile scegliere pasta integrale, cuocerla al dente e condirla con sughi leggeri e verdure.
IL PICCO GLICEMICO - Se di per sé la pasta non fa ingrassare, è vero però, che come tutti i carboidrati, può causare un innalzamento del tasso di glicemia, il cosiddetto picco glicemico, essendo composta da molecole che vengono convertite in zuccheri. È vero però che questa trasformazione avviene più lentamente di quanto non accada con altri cibi e che è possibile mitigare ulteriormente questo effetto, scegliendo cotture adatte e combinandola con altri alimenti. Ad esempio, la pasta al dente ha un indice glicemico più basso rispetto alla pasta cotta più a lungo: la cottura prolungata rende l'amido più digeribile e quindi alza l'indice glicemico. Raffreddare la pasta dopo la cottura, inoltre, aumenta la formazione di amido retrogradato, che ha un impatto minore sulla glicemia: meglio quindi mangiare la pasta fredda rispetto a un piatto fumante. La pasta integrale, inoltre, grazie alle fibre di cui è ricca, ha un indice glicemico più basso rispetto a quella raffinata. Infine, una curiosità: la pasta lunga tende ad avere un indice glicemico più basso rispetto a quella corta, anche a parità di ingredienti: se siamo a dieta, quindi, meglio un piatto di spaghetti rispetto a uno di rigatoni. Secondo alcuni studi, infatti, la pasta lunga come gli spaghetti ha una densità maggiore rispetto ad altri formati, mantiene meglio la cottura e richiede uno sforzo di masticazione maggiore rispetto ai formati più piccoli. Un’altra strategia utile, al momento di mettere la pasta in tavola, è invertire l’ordine delle portate, aprendo il pasto con un piatto di verdure, meglio se crude o cotte in modo semplice, seguito dalle proteine e infine la pasta.
COME UN COMFORT FOOD, CHE AIUTA IL BUON SONNO - A pranzo la pasta ha il compito di fornire energia a lungo termine e sostenere l'impegno lavorativo della giornata ma, contrariamente a quanto si dice spesso, è un ottimo alimento da consumare anche la sera a cena: non solo non fa ingrassare, ma può aiutare a rilassarsi perché stimola la produzione di serotonina, il cosiddetto “ormone del buonumore”, e contribuisce a ridurre i livelli di stress, favorendo un sonno più sereno. Oltre al suo buon sapore e al piacevole senso di appagamento e sazietà che ci trasmette, un buon piatto di pasta genera una serie di reazioni biochimiche che influenzano direttamente il nostro stato d’animo. Lo stesso accade se si mangiano pane o riso: i carboidrati complessi contengono proteine ricche di triptofano, precursore della serotonina e della melatonina, due sostanze fondamentali per il buonumore e per la qualità del sonno. Un buon piatto di pasta nel pasto serale, dunque, è un vero comfort food che ci coccola e ci aiuta a prevenire gli attacchi di fame nervosa, particolarmente frequenti nelle ore serali. L'unica accortezza è cenare entro le otto di sera: dopo quell’orario; infatti, i nostri ritmi circadiani ci predispongono a una maggiore insulino-resistenza.
LO STUDIO DI ASTRA-RICERCHE - Uno studio demoscopico, realizzato da AstraRicerche per i pastai di Unione Italiana Food, ha indagato i principali motivi di orgoglio dell’essere italiani: la pasta si trova nella Top 5 insieme a bellezze monumentali, artistiche, letterarie e paesaggistiche. L’orgoglio nazionale è associato alla pasta dal 32.6% degli italiani, mentre per il 28.7% la pasta è condivisione (28.7%) e convivialità (25.5%). Tra i valori associati con più intensità alla pasta spiccano, per quasi 6 italiani su 10 (58%) la capacità della pasta di incarnare alla perfezione la tradizione culinaria italiana, per il 36% del campione rappresenta al meglio il valore della semplicità, mentre il 33.7% del campione la associa a salute e benessere, a conferma delle sue proprietà benefiche.
CURIOSITÀ SULLA PASTA CHE FORSE NON CONOSCEVI - Ecco, infine, qualche curiosità legata al mondo della pasta: divertiamoci a scoprire quanto ne sappiamo in proposito.
- Le varietà di pasta riconosciute e censite sarebbero oltre 350.
- La più antica – Uno tra i primi formati a diffondersi nell'antichità è stata la lasagna, un tempo chiamata lagana: si trattava di una pasta fresca fritta in olio d’oliva, nota già nel mondo della Roma antica.
- Spaghetti: chi li ha inventati? – A contendersene la paternità ci sono i cinesi e i siciliani: oggi si pensa che la tradizione si sia sviluppata parallelamente nei due popoli. È invece quasi certo che a portare in Sicilia la consuetudine di cucinare pasta secca siano stati gli Arabi.
- La pasta al pomodoro – Il pomodoro viene importato dalle Americhe alla fine del Quattrocento, dopo le scoperte di Cristoforo Colombo, ma per molto tempo è usato solo come pianta ornamentale: bisogna attendere la fine del Seicento per vederlo entrare nei primi ricettari, soprattutto in abbinamento alle carni. La salsa comincia ad essere utilizzata per condire la pasta probabilmente nel 1807, anno della ricetta di Francesco Leonardi “Maccaroni alla Napolitana”.
- Primo street food – I primi piatti di pasta al pomodoro costituiscono una specie di street food popolare, con cartocci di maccheroni venduti a basso prezzo per le strade di Napoli e mangiati con le mani. Il favore di questo piatto anche tra le classi sociali più abbienti porterà all'invenzione della forchetta a quattro rebbi, necessaria per mangiare la pasta al pomodoro in modo più garbato.
- La pasta e i suoi odiatori – Non tutti nella storia hanno amato la pasta e non solo per ragioni dietetiche. Alcuni personaggi storici pensavano che la pasta potesse causare malattie mentali. Ad esempio, il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer la definì “l’alimentazione dei rassegnati”; il partito fascista era convinto che la pasta rendesse le persone rilassate e pigre, mentre il poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti accusò la pasta di uccidere l'animo nobile, virile e guerriero degli italiani. Proprio Marinetti, alla fine, si coprì di ridicolo perché, dopo questa plateale affermazione, fu sorpreso da un fotografo in un ristorante milanese, mentre si abbuffava davanti a un bel piattone di spaghetti.