Le rêve dans un rêve: i confini espressivi della fotografia possono essere spinti oltre la definizione di un genere o di una categoria estetica, verso una ricerca sperimentale e inimmaginabile.
"Apparizioni. Sono fotografie dell'anima. Agnes non è interessata alla realtà che si vede; ma a quella che non si vede, alle ombre, alla memoria che rende nitide le cose lontane e trasforma quelle vicine a sua immagine. Il presente si allontana e il passato vive con noi. Più facile dirlo con la pittura, come fecero i simbolisti, Odilon Redon, Fernard Khnopff, che esprimerlo con la fotografia. Ma la fotografia oggettivizza, rende reali anche i sogni. Agnes ricorda e sogna, e ce lo racconta con la fotografia. C'è un'immagine di Dante che bene esprime questa condizione. Nel “Paradiso”, nel XXXIII canto: “Qual è colui che sognando vede, che dopo ‘l sogno la passione impressa rimane, e altro a la mente non riede, cotal son io, che quasi tutta cessa mia visione, e ancora mi distilla nel core il dolce che nacque da essa”. Vittorio Sgarbi
Palazzo Isimbardi, Corso Monforte 35, Milano, fino al 26/10/2012
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