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Viareggio, negato l'ingresso in piscina a un bambino autistico perché senza cuffia 

"Mio figlio non riesce a tollerare nulla che gli tocchi la testa. Il gestore è stato inflessibile", ha spiegato la mamma del piccolo di 3 anni

IPA

Uno stabilimento balneare ha vietato l'ingresso in piscina a un bambino autistico di 3 anni perché senza cuffia. E' accaduto a Viareggio. La mamma, in vacanza col figlio, ha provato a spiegare che il piccolo, per via della sindrome di cui è affetto, non tollera nulla che gli tocchi la testa e le orecchie. Ma non c'è stato verso. "Non riusciamo a fargli indossare la cuffia. Però starebbe continuamente nell'acqua, gli piace immensamente bagnarsi e vediamo che questo gli fa proprio bene. Il gestore del bagno non ha inteso ragioni", ha spiegato la donna a La Nazione, che riporta la notizia. Il caso nasce perché, dal 2017, una legge impone ai balneari l'obbligo di far indossare la cuffia a tutti i clienti. Ad ogni modo, la mamma non si è persa d'animo e ha portato il bambino in un altro lido, dove lo staff ha accettato le sue condizioni.  

L'obbligo - Chi viola l'obbligo della cuffia rischia la multa o la chiusura dell'impianto. "Dal 2017, una legge regionale ci impone di farla indossare a tutti i clienti che decidono di fare il bagno nelle piscine. E non sono previste deroghe - ha spiegato al quotidiano Pietro Guardi, presidente dei balneari viareggini - Da un parte la norma è chiara, e in caso di trasgressione il concessionario rischia una sanzione e addirittura la chiusura dell'impianto. Dall'altra, noi balneari siamo operatori dell'accoglienza, per questo dobbiamo prestare attenzione alle necessità e alle esigenze di tutti. Credo, dunque, che il buon senso dovrebbe guidare ogni azione". L'Asl ha confermato l'inderogabilità della norma, ma ha consigliato a chi viaggia di portare con sé un certificato che attesti il fatto di non poter indossare la cuffia.

 

Secondo il medico Roberto Marrai, presidente di Autismo Apuania, non servono "nuove leggi, ma soltanto buon senso. Credo che questi siano casi sporadici e quindi è necessario agire con maggiore elasticità. Non bisogna andare allo scontro, ma incontrasi".

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