Operazione "Green Country", i carabinieri di Alassio sequestrano cannabis destinata allo spaccio
Lʼoperazione su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri. di Alassio, tra novembre 2019 e gennaio 2020, hanno proceduto al controllo di aziende che operano nel settore della floricoltura e, più specificatamente, nella coltivazione e produzione della Cannabis Light (c.d. legale). In tale ambito l’attenzione è ricaduta sul ciclo produttivo generato da un’azienda dell’entroterra alassino, tra i Comuni di Villanova d’ Albenga e Cisano sul Neva. In particolare è stato verificato se la Cannabis “coltivata” ovvero quella prodotta ed avente il “principio attivo” superiore a quello stabilito dalle normative vigenti (non considerata light ovvero legale) venisse distrutta o, come spesso accade, “trattata” - attraverso le consuete procedure di essiccazione - ed immessa sul “mercato” per essere venduta nel vasto mercato “clandestino” (dello spaccio).
In questo quadro, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Alassio, hanno avviato una vasta e capillare attività investigativa caratterizzata da numerosi servizi di “osservazione” effettuati nell’area di coltivazione e produzione dell’azienda in questione nonché accertamenti catastali e lettura di carte (mappali). Tutto questo permetteva di accertare, in via prioritaria, che l’azienda in questione nel 2019, rispetto all’anno precedente, aveva implementato il ciclo produttivo della cannabis aumentando le estensioni terriere adibite alla coltivazione. Su tali presupposti, i militari del sopra indicato reparto si portavano all’interno dell’azienda attenzionata procedendo ad attività di perquisizioni ed ispezioni alla pluralità di coltivazioni di cannabis presenti nell’azienda e del conseguente sequestro conservativo - scopo “campionamento” - della cannabis volto a quantificare, con certezza, il c.d. “principio attivo” ovvero l’eventuale capacità “drogante”. Contestualmente i Carabinieri rilevavano la presenza di locali, dotati di apposita strumentazione, ove la cannabis veniva “trattata” per l’essiccazione.
La cannabis sequestrata, e campionata, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona (Sost. Dr. Massimiliano Bolla), veniva conferita presso un laboratorio di analisi (Agenzia delle Dogane di Savona). Qui, in sede peritale, tra la cannabis light, ben 34 Kg. di cannabis (di diverse qualità soprattutto Marijuana) veniva accertato un valore doppio (e in molti casi del triplo) del “principio attivo” consentito, ossia oltre i parametri delle norme vigenti. In sede di una più completa e analitica valutazione, veniva pacificamente stabilito che, dai 34 kg di marijuana in argomento, potevano ricavarsi oltre 11.000 dosi (medie singoli) per un valore, al dettaglio, pari 150.000 €. I gestori dell’azienda venivano deferiti, in stato di libertà, alla suindicata Autorità Giudiziaria, in violazione all’art. 73, co. 1 e 4 D.P.R. 309/90 (produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alle tabelle II e IV dall’articolo 14 del sopra indicato D.P.R.).
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