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Amanda,nel diario dubbi su Raffaele

"Se fosse lui lʼassassino di Meredith?"

Nel giallo della morte di Meredith Kercher ora è la volta del diario di Amanda.

A poche ore dalla mancata scarcerazione della giovane americana, accusata di essere coinvolta nella morte della coinquilina, si viene a conoscenza di un diario redatto da Amanda nel quale la 20enne scrive i suoi dubbi circa il ruolo del fidanzato Raffaele, avanzando
l'ipotesi che potrebbe essere stato proprio lui ad uccidere Meredith.

Amanda, che continua a dirsi innocente, non ha fatto alcun accenno a quel diario in cui, di fatto, accusa il suo ex fidanzato e smentisce tutte le cose scritte e dette fino ad oggi sul suo rapporto con Meredith, raccontato un'altra verità, l'ennesima, probabilmente non l'ultima. L'ha chiamato 'La mia prigione', cinquanta pagine di fogli grande a righe riempite di poesie canzoni e soprattutto parole in inglese, con qualche concessione ad un italiano sgrammaticato, scritte in 20 giorni di detenzione.

Meredith, la sua amica Mez, era saggia, dice. Le dava molti consigli, anche sulle persone da frequentare. Era elegante e smart. E se lei, Amanda, fosse veramente stata in quella casa la sera del 1 novembre, Mez non sarebbe morta. Ma lei non c'era: la sera del delitto, lei era a casa di Raffaele e si e' addormentata fumando marijuana. Dunque, scrive, non ricorda nulla. A meno che, ecco l'accusa a Raffaele, non sia stato proprio Sollecito, mentre lei dormiva, ad andare a casa di Meredith e ad ucciderla. Ma perche? Si chiede Amanda senza darsi una risposta. E Raffaele sarebbe poi tornato indietro con il coltello, su cui non è escluso che abbia impresso le sue impronte mentre lei dormiva, lo abbia lavato e poi rimesso al suo posto.

Ancora una volta aAanda cambia le carte in tavola e questa volta scrive una versione diversa. Che però non coincide con quando lei stessa si è fatta sfuggire in un dialogo con la madre, intercettato curante una visita in carcere: "Quella notte ero là", nella casa quando Meredith fu uccisa.