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Uccise la madre in casa: preso

Vincenzini arrestato da polizia a Pisa

E' stato arrestato dalla polizia Massimiliano Vincenzini, l'uomo sospettato dell'omicidio della madre, Gina Pagni di 64 anni.

Il delitto è avvenuto giovedì sera nell'appartamento della donna a Livorno. Vincenzini, 40 anni, colpì la madre con sei coltellate al termine dell'ennesima lite prima di far perdere le proprie tracce. Ricercato in tutta Italia, il presunto assassino è stato fermato a Pisa.

Il matricida sarebbe stato riconosciuto dall'abbigliamento: in particolare era stato segnalato che l'uomo poteva indossare un giubbotto di colore celeste. Vincenzini è stato bloccato nella zona del Duomo, a conclusione di indagini congiunte svolte dalle squadre mobili di Livorno e Pisa. Quando è stato avvicinato dalla polizia, non ha fatto resistenza, non era armato ed ha detto che era in giro alla ricerca di un ostello. Riguardo al delitto, avrebbe fatto parziali ammissioni mentre veniva trasferito alla Questura di Pisa, dove gli è stato notificato il decreto di fermo emesso nei suoi riguardi dal pm di Livorno Gianfranco Petralia.

Vincenzini era in cura da uno psichiatra, Paolo Lucarelli, che ha raccontato come il 40enne sognasse di fare il calciatore, di avere un futuro con questo sport, ma sua madre glielo avrebbe impedito, o comunque non lo assecondò. Potrebbe essere questo il motivo del rancore covato per anni, soprattutto durante la malattia, dal giovane livornese colpito da una forma di schizofrenia paranoide con manie di persecuzione, diagnosticata dai medici del centro d'igiene mentale "Poggiali" dell'Asl livornese.

Sono stati gli stessi investigatori a riferire questo particolare dopo averlo appreso nei giorni scorsi dallo stesso psichiatra ascoltato come persona informata dei fatti. E' possibile questa sia stata una delle cause che hanno reso sempre più conflittuale il rapporto tra madre e figlio, sfociato nel raptus omicida in seguito all'ennesimo violento litigio. Del resto, che Vincenzini nutrisse un vero e proprio odio nei confronti della madre lo confermerebbe anche la coltellata inferta al ventre della donna quando questa era già morta. "Quel colpo - ha spiegato il pubblico ministero Petralia - è avvenuto certamente post mortem, come se l'assassino volesse infierire sul cadavere".