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Misterioso cratere in Siberia

Ufologi, scienziati ed esperti indagano

Un'aura di mistero avvolge la taiga siberiana.

Una spedizione scientifica ha infatti scoperto che sotto il cratere di pietra calcarea con cupola al centro che svetta in un angolo remoto della zona si nasconde "una sostanza o un oggetto" di metallo con 35-40 metri di diametro. E così la prossima estate gli esperti ritorneranno al cratere Potomski e lo trivelleranno nel tentativo di svelarne una volta per tutte l'imperscrutabile segreto. Naturalmente gli ufologi sono convinti si tratti di un disco volante caduto ma gli esperti sono più concreti: là sotto c'è un frammento di "stella di neutroni" dall'enorme densità.

Per sapere cosa effettivamente sia quel metallo segnalato da una "anomalia magnetica" a 100-150 metri di profondità ci  vorrà dunque ancora un anno. Al momento la spedizione di esperti (composta da 9 scienziati e tre giornalisti del tabloid 'Komsomolskaia Pravda' e del primo canale televisivo) ha accertato che cosa il cratere - alto 75 metri mentre la cupola ha un diametro di 15 - senz'altro non è.

Malgrado l'apparenza il Potomski non è un vulcano (da quelle parti non c'è la minima traccia di attività vulcanica) e contrariamente a quanto finora ipotizzato non ha nulla da spartire con il "mistero della Tunguska" e cioè con l'esplosione a otto chilometri dal suolo (provocata da una cometa, da un asteroide roccioso o magari da un'astronave aliena?) che la mattina del 30 giugno 1908 sconquassò la Siberia orientale devastando 2.150 chilometri quadrati di foresta nelle vicinanze del fiume Tunguska. Un possibile collegamento con l'apocalittica deflagrazione di 98 anni fa, avvenuta ad appena 600 chilometri di distanza, è stato scartato del tutto perché uno studio accurato della vegetazione attorno ha stabilito che il cratere fa bella mostra di sé nella taiga da circa 250 anni. La spedizione scientifica ha bocciato anche l'idea che l'enigmatico cratere - localizzato nel 1949 da un geologo ancora in vita, Vadim Kolpakov, preso nella mappatura di quelle lande impervie - possa essere stato costruito da qualche antica e oscura civilta' poi scomparsa nel nulla. L'uomo non c'entra, è opera della natura.

In base alle segnalazioni di Kolpakov una prima spedizione era stata già organizzata l'anno scorso dall'Accademia russa delle Scienze ma non aveva dato i frutti sperati: lo scienziato a capo dell'impresa - Ievgheni Vorobiov - morì infatti all'improvviso di infarto durante la marcia di avvicinamento, a ulteriore conferma di che cosa sussurrano gli yakuti e cioè che quello è un posto maledetto, evitato anche dalle bestie. Secondo la teoria al momento più accreditata il cratere si è con ogni probabilità formato quando un frammento superpesante di "stella di neutroni" è piombato fragorosamente a terra dalle profondità cosmiche.

Come spiegare però la dinamica che ha dato vita al "nido delle aquile di fuoco"? Non è facile. Ed è per questo che alcuni scienziati russi congetturano che il frammento sia caduto al largo delle coste del Cile e abbia trafitto tutta la Terra prima di fermarsi nelle viscere della desolata Siberia, ad appena un centinaio di metri dalla superficie.