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Google chiude cinque servizi, si punta sempre più sulle applicazioni Android

Il colosso californiano annuncia una nuova revisione dei suoi programmi. Salgono così a una cinquantina, negli ultimi cinque anni, i software accantonati e tecnologicamente superati

Dal Web

Anche Google taglia. In questo caso non dipendenti, ma servizi. Da Mountain View fanno sapere che sono cinque i prodotti in procinto di essere chiusi, tra cui sorprendentemente anche iGoogle. Si tratta dell'ultima sfoltita decisa dai vertici dell'azienda californiana, in particolare da Larry Page, sempre più deciso ad eliminare programmi ormai datati e tecnologicamente superati.

Non è la prima volta che Google opta per questa scelta, anzi dal 2011 si contano ben 30 servizi soppressi, nell'ottica della strategia decisa da Page, fondatore del colosso insieme a Sergey Brin. Questo cambiamento è stato definito dall'influente blog hi-tech anglosassone Meshable.com un vero cimitero; in effetti, il numero delle applicazioni cancellate si è allargato costantemente e sembra poter continuare.

Big G, come viene soprannominata l'azienda negli Usa, sta attuando questo piano per eliminare la parte più obsoleta della propria offerta, favorendo così la supremazia di altri servizi come Youtube e Meebo. Superfluo portare avanti dei doppioni. In questo senso, oltre ad iGoogle hanno le ore contate: Google Video, Talk Chatback, Google Mini e Symbian Search App. La sezione video è stata sommersa dal portale Youtube e quindi è stata considerata ormai inutile. Google Mini, definita come la soluzione ideale per la gestione digitale delle piccole aziende, è stata sorpassata da Google Search Appliance.

I casi più particolari riguardano però iGoogle e Talk Chatback. Il primo, anni fa considerato come destinato ad uno sviluppo illimitato, ha subito l'arrivo sul mercato delle applicazioni Android, che ne ricalcano le funzionalità in modalità istantanea. Medesimo discorso per la chat targata Google, dove l'investimento fatto per acquisire l'evolutissimo Meebo Bar non ne giustifica più la sopravvivenza.

Dalla Silicon Valley hanno definito questo processo come una “pulizia di primavera”. Un restyling su larga scala, dove però non si parla di Google+, il social network che per ora sembra stentare a guadagnare spazio nel mercato. Al di là di questo, da Microsoft ironizzano pubblicando su Pinterest un riassunto chiamato Google Graveyard, una sequenza di lapidi recanti le generalità dei servizi “defunti”. Entro l'autunno 2014 questa fase di rinnovamento sarà però terminata e Google potrà contare sui servizi più aggiornati del momento, a meno di nuove altre pulizie primaverili.