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Inzaghi e il Milan, 13 anni d'amore

Lʼeroe di Atene, 126 gol in rossonero, diventa il nuovo allenatore del Diavolo: a lui il compito di riportarlo in alto

inzaghi
dal-web

Dopo un lungo vertice per decidere il nuovo allenatore del Milan, Berlusconi e Galliani hanno scelto Filippo Inzaghi, esattamente come nel 2001, quando lo strapparono alla Juventus per 40 miliardi di lire più il cartellino di Cristian Zenoni.

Un amore a prima vista quello tra il Milan e Superpippo, che all'esordio a San Siro regalò subito una gioia ai propri tifosi segnando alla Fiorentina: fu il primo dei suoi

126 gol

rossoneri e l'inizio di una storia di successi e passione.

Inzaghi e il Milan, 13 anni dʼamore

Dopo l'infortunio al ginocchio rimediato col Chievo alla prima stagione, il

2002/03

fu l'anno della consacrazione a idolo dei tifosi. Con i suoi 12 gol in Champions League trascinò il Milan di Ancelotti alla conquista della Champions nella

finale di Manchester

con la Juve, una settimana più tardi arrivò anche il successo (con gol) nella finale di Coppa Italia. In totale furono

30 i gol in stagione

, con Shevchenko formavano una coppia davvero super.



Nelle due stagioni successive ancora molti

problemi fisici

per SuperPippo, che si sottopose anche a due delicate operazioni e giocò in tutto solo 43 partite.

L'amore dei suoi tifosi

per lui, però, non scemò mai: ogni volta che entrava in campo San Siro si alzava in piedi, Pippo riusciva trasmettere energia e carica a migliaia di persone, la sua fame di gol era contagiosa, le sue esultanze più scomposte di quelle dei ragazzi in curva e perfino di quelle di Galliani in tribuna...



Superati i problemi fisici, Inzaghi tornò a Milanello da campione del mondo dopo aver trionfato in Germania con la Nazionale e risultò subito decisivo con una doppietta alla Stella Rossa che regalò al Milan l'accesso alla

Champions League

. Una coppa che la squadra di Ancelotti arrivò poi a giocarsi nella finale vendetta di Atene contro il

Liverpool

di Benitez: prima della gara Superpippo, che non stava benissimo, era in dubbio, ma l'amico Ancelotti non avrebbe mai rinunciato alla fame di Pippo in una partita così importante.

Doppietta decisiva

(il primo gol deviando una punizione di Pirlo seguendo uno schema già vincente in un derby) e trionfo.



Nella stagione successiva una serie di successi e record per Superpippo: in estate fu decisivo (gol) nella finale di Supercoppa europea vinta contro il Siviglia, a dicembre superò

Gerd Muller

grazie a un gol al Celtic e divenne il più prolifico marcatore di sempre in competizioni Uefa, a fine anno si rivelò decisivo anche nella finale del

Mondiale per Club

contro il Boca Juniors. Grazie alla doppietta segnata agli argentini, divenne l'unico calciatore a essere riuscito a segnare in tutte le competizioni internazionali per club.



Nel 2008, con una rete all'Udinese, segnò il suo

centesimo gol

in maglia rossonera e la stagione successiva, con una doppietta al Siena, il

300esimo

della sua incredibile carriera da animale dell'area di rigore. Nessuno riesce, nè riusciva, a galleggiare sulla linea del fuorigioco come faceva Pippo, che non era dotato di grande tecnica, ma aveva un senso del gol che non si può insegnare e una fame di vittoria che contagiava i compagni e spaventava gli avversari.



Nella stagione 2010/11 un nuovo grave infortunio lo costrinse a lungo lontano dai campi ("E' il mio più

grande rimpianto

- confesserà poi Inzaghi - giocare con Ibra mi avrebbe allungato la carriera di almeno 3 anni"), ma non gli impedì comunque di firmare una splendida

doppietta al Real Madrid

di Mourinho che fece impazzire San Siro e di festeggiare lo scudetto con i suoi compagni nella trasferta di Roma. A fine stagione la decisione di prolungare il contratto per un anno: il

13 maggio 2012,

in uno dei giorni più emozionanti e nostalgici della storia recente del Milan, giocò l'ultima partita (la 300ª) con la casacca rossonera a San Siro e segnò al Novara il gol decisivo per la vittoria finale.



Quella fu la sua unica rete stagionale, ma fu importantissimo per lui salutare i tifosi che più lo hanno amato regalando loro l'ultimo urlo di gioia. Perchè Pippo, quando contava, rispondeva sempre presente, come ha fatto anche questa volta accettando l'incarico di guidare i rossoneri verso la rinascita. Da giocatore con il Milan ha vinto due Champions League, una Coppa del mondo per club, due Supercoppe europee, due scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane, ora è pronto a vincere ancora.