FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Perché si dice che in Italia soffia
di nuovo il vento della xenofobia?

Di Sauro Legramandi

LaPresse

Per due episodi violenti avvenuti a Torino e a Firenze.

In Piemonte una 16enne italiana si è inventata vittima di uno stupro da parte di alcuni rom per non dire a mamma e papà di aver avuto un rapporto sessuale consensuale. Per “far giustizia” alcuni italiani hanno messo a ferro e fuoco un campo rom. Martedì a Firenze Gianluca Casseri, 50enne con vagheggianti ideali di estrema destra e iscritto a Casapound, ha ucciso due senegalesi e ne ha feriti tre. Qualcuno l'ha già ribattezzato il “Breivik” italiano.

LA XENOFOBIA E' REATO?
No. A livello di Unione Europea ci sono voluti sette anni per scrivere una proposta quadro sul tema. Il ritardo è dovuto a una lunga serie di veti incrociati dei Guardasigilli (compreso quello del leghista Castelli, ndr) degli Stati membri. La direttiva - datata 28 novembre 2008 - prevede di punire con la reclusione fino a tre anni chi si rende protagonista di manifestazioni di xenofobia e razzismo. Un giorno molto lontano (mancano ancora molte ratifiche nazionali) sarà un crimine penalmente perseguibile l'incitamento pubblico alla violenza e all'odio contro un gruppo o una persona a motivo di razza, di origine nazionale o etnica, di colore, di religione.

ESISTONO PRECEDENTI IN ITALIA DI XENOFOBIA?
Purtroppo c'è l'imbarazzo della scelta. Dalla caccia al nero a Rosarno nel 2010 ai fatti di Ponticelli, un quartiere di Napoli. Emblematico il secondo. E' il maggio 2008 quando in zona si sparge la “voce” di un tentato rapimento di una neonata da parte di una rom. La voce s'ingigantisce e non si aspetta che diventi prima notizia e poi denuncia. Alcuni campi rom della zona vengono dati alle fiamme e scatta la caccia all'uomo. Cinquecento rom lasceranno in fretta e furia baracche e roulotte in fuoco, scappando a bordo di Ape Piaggio e carretti.

La notizia vera - quella dei rigurgiti xenofobi - fa il giro del mondo. Peccato che l'altra “notizia”, quella del mancato ratto della neonata, “notizia” non sia. Infatti il tentato rapimento non è mai avvenuto, per una lunga serie di motivi: nessuno si sognerebbe di andare a rubare a casa di una famiglia considerata il punto di riferimento della zona; nessun sequestro di persona è mai avvenuto effettivamente dentro la casa del sequestrato; la presunta rapitrice entrava spesso nella casa del potenziale rapito in quanto la famiglia le donava vestitini per i suoi figli. E come se non bastasse l'uomo che l'ha rincorsa e fermata, a precisa domanda “quella ha rubato la bimba?” risponde “ma quando mai?”. Salvo poi ritrattare.

I ROM HANNO MAI RAPITO BAMBINI IN ITALIA?
No. Non risultano rapimenti riconducibili a sinti, rom o romeni. Come ha messo nero su bianco anche Filippo Facci, una ricerca dell'Università di Verona commissionata dalla Fondazione Migrantes (Cei) ha evidenziato che dal 1986 al 2007 “non esiste alcun caso in cui viene commesso un rapimento, nessun esito corrisponde a una sottrazione dell'infante effettivamente avvenuta”. Eppure le leggende metropolitane circa “donne rom che s'impossessano del passeggino di una mamma italiana, lo portano nel bagno di un centro commerciale, rasano il neonato, lo nascondono tra i vestiti e lo rapiscono” continuano anche oggi.

 TORNA ALL'INDICE DI PUNTO E A CAPO