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A "Jazz Meeting" Manlio Maresca e la sua "Hardcore Chamber Music"

Tgcom24 ha incontrato il chitarrista per parlare del suo nuovo progetto musicale

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"Hardcore Chamber Music" è il titolo del nuovo progetto discografico del chitarrista Manlio Maresca e del suo gruppo Manual For Errors che vede: Francesco Lento alla tromba, Daniele Tittarelli al Sax Alto, Roberto Tarenzi al piano, Matteo Bortone al contrabbbasso, Enrico Morello alla batteria.

Domenico Sanna suona il Fender Rhodes nella versione estiva di "Esercizi di Memoria".

Iniziamo il nostro incontro con Manlio, parlando del titolo del progetto: perché "Hardcore Chamber Music"? Questo titolo, nasce da alcune riflessioni sulla mia musica. Mi sono reso conto che in alcune mie composizioni si ha la sensazione di seguire un'immaginaria linea guida che attraversa ambienti differenti, in successione apparentemente casuale e senza soluzione di continuità. Questi ambienti sono caratterizzati da scelte ritmiche ed armoniche che subiscono dei cambi improvvisi, come girare in una casa ed entrare in stanze di ambientazioni differenti l'una dall'altra. Questa è la musica da camera. Invece l'”hardcore” è la caratteristica concettuale del lavoro, il filo perverso che crea questa tessitura e che ci accompagna in questa avventura. “Hardcore” sta anche per definire qualcosa di “estremo”, di “sporco”. Quasi l'esigenza di ritornare alle origini della musica jazz, che negli ultimi tempi sembra essersi ripulita molto, per compiacere una certa tipologia di pubblico. Far venir fuori la dannazione che è in ogni essere umano, anche nel più sommesso dei casalinghi, non è una cosa che nascondo, ma anzi è una cosa che metto in primo piano.

L'album è fatto di tue composizioni quanto c'è di Manlio Maresca nel progetto e quanto degli altri musicisti?
Il fatto che la scrittura e l'arrangiamento siano esclusivamente di mia produzione non significa che gli altri abbiano semplicemente eseguito dei brani. Per quanto mi riguarda la scelta dei musicisti implica già una forma di coinvolgimento creativo da parte loro. Il suono e la musicalità di un musicista partecipano attivamente all'aspetto estetico dei pezzi. La sezione dei fiati, per esempio, è già molto consolidata. Al sax c'è Daniele Tittarelli, musicista estremamente sensibile e capace di plasmare con la sua sopraffina e pacata personalità le mie armonie contorte, arrotondandole con la morbidezza perversa e musicale che solo lui al mondo possiede. Questa sua peculiarità è controbilanciata dall'estro a volte aggressivo a volte sonnacchioso, ma sempre scattante e ricettivo della tromba di questo giovane talento che è Francesco Lento. Al piano c'è Roberto Tarenzi, che con la sua propensione per tonalità “minori”, ovvero scure e polverose, risulta perfettamente allineato alla mia poetica, trovandosi perfettamente a proprio agio sui miei pezzi dalla natura più convulsa. La ritmica è costituita da Enrico Morello alla batteria, solido ed eccezionale batterista con il quale ho il piacere di lavorare da molti anni (anche con Andymusic, altro mio progetto in trio). Al contrabbasso c'è Matteo Bortone, attivissimo contrabbassista, dinamico e sensibile a tutto ciò che di musicale gli accade attorno.

"Esercizi di Memoria" ha anche una Summer Version. Come mai questa scelta?
La maggior parte dei pezzi del disco è supportata da una scrittura atonale che poggia su griglie armoniche o accordi più consonanti, come nel caso di “Esercizi di memoria”. Questo per creare contrasto tra la melodia e la base sulla quale poggia. Nella versione estiva di “Esercizi di memoria” ho voluto provare a dare un taglio più convenzionale, con una ritmica più regolare, senza sbalzi di accenti come nelle altre composizioni. Dato che negli ultimi anni mi sono avvicinato alla nu soul newyorkese ho inserito il rodhes: la timbrica calda e cristallina di questo strumento aderisce perfettamente all'idea di suono che avevo per questa versione, e chissà se questa estate, mentre sarete stesi sulle spiagge di qualche litorale sorseggiando il vostro cocktail preferito, potreste essere allietati dalle sonorità contorte di questa canzoncina!

Qualcosa sulla vostra attività dal vivo? 
C'è una cosa da precisare sull'attività live. Il “manuale degli errori” non è un gruppo stabile, ma bensì un progetto multiforme che ruota attorno alla mia figura, incarnando quella che per me è l'idea di musica. Di conseguenza l'ensemble non è mai lo stesso, sia per quanto riguarda i musicisti sia per gli strumenti utilizzati. Così come il numero della formazione, che varia da concerto a concerto, condizionando positivamente la linea stilistica ed il timbro della musica che verrà adeguata alle circostanze. Possiamo essere un'orchestra. Possiamo essere un sestetto, con sax, tromba, piano, ritmica e chitarra, con peculiarità di natura jazzistica. Possiamo essere un trio tradizionale, chitarra, basso e batteria o due chitarre e batteria, in quest'ultimo caso le timbriche verteranno più verso la musica contemporanea. Possiamo essere un duo, chitarra e batteria, e infine si arriva al solo chitarra, con l'aggiunta di computer ed effetti da me gestiti, abbracciando i territori dell'elettronica. Il germe però è sempre lo stesso, l'“hardcore”.

Manlio Maresca cura anche le produzione del disco, pubblicato dall'etichetta "Auand".