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Calabria: i comuni ad alto tasso di ʼndrangheta restano senza sindaco

A San Luca niente quorum ed elezioni annullate, a Bianco 100% alla lista unica, mentre Platì resta commissariata per assenza di candidature

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In Calabria c'è un voto che si potrebbe definire "inespresso". La presenza della 'ndrangheta si sente anche alle elezioni comunali e presentarsi ai seggi diventa quasi un atto di coraggio. Così accade che in provincia di Reggio Calabria, a San Luca, non si raggiunga il quorum e quindi le elezioni vengano annullate. A Bianco non c'è alternativa perché c'è una lista unica. E poi c'è Platì, dove nessuno si candida e resta il commissario.

Silenzio elettorale di San Luca - San Luca ha dato i natali a Corrado Alvaro, grande giornalista e scrittore del '900, ma purtroppo non è famosa per questo. Lo chiamano ancora "paese dei sequestri" ed è noto per la terribile faida che ha insanguinato le sue strade e quelle di Duisburg, in Germania, dove i Nirta e gli Strangio si sono combattuti in terra straniera a Ferragosto del 2007, facendo sei vittime. A San Luca la gente non va a votare per il suo sindaco: 4mila abitanti in mezzo all'Aspromonte, 3446 aventi diritto, presentati ai seggi solo 1485. Chi è andato, ha votato l'unica lista civica presente, che comunque non ce l'ha fatta.

Deserto a Platì - Come San Luca anche Platì era stata commissariata nel 2013 per infiltrazioni della 'ndrangheta nell'amministrazione. Ma questo comune i seggi non li ha nemmeno allestiti, perché non si è presentata nessuna lista. A niente è servito l'appello del vescovo di Locri e l'impegno dei Verdi e dei dem calabresi è arrivato quando i termini erano già scaduti, tanto da destare sospetti sulla reale volontà di candidarsi. L'entroterra reggino resta senza sindaci, a supplire i solo i commissari prefettizi che non possono fare altro che gestire l'ordinaria amministrazione.

Il fallimento della democrazia - Se i quorum non si raggiungono, se le liste non esistono o se ce n'è una sola, è un chiaro segno che la democrazia fa acqua. A Bianco, ad esempio, c'è una sola lista che vince con il 100 per cento di preferenze, l'affluenza non è bassa, oltre il 55 per cento, ma rimane il fatto che non ci sia alternativa. Nessun dubbio sulle buone intenzioni di chi, comunque, nonostante l'asfissia provocata dalla presenza criminale, decide di provare ad amministrare, ma resta l'anomalia: c'è una zona d'Italia in cui dare il proprio voto e decidere da chi essere governati richiede un vero atto di coraggio.