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Senato elettivo, la minoranza Pd dice no al listino per i senatori-consiglieri

Il compromesso offerto dal presidente dei senatori del partito, Zanda, non convince. Fornaro: "Niente scorciatoie"

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"Sul tema del Senato elettivo si scelga la via maestra e non inutili scorciatoie. Noi chiediamo che sia previsto in Costituzione che il Senato venga eletto dai cittadini". Federico Fornaro ribadisce così il no della minoranza del Pd alla proposta di mediazione su un listino per i senatori-consiglieri alle regionali fatto con legge ordinaria. L'ipotesi era stata avanzata dal presidente dei senatori del partito, Luigi Zanda.

In un'intervista al Sole 24 Ore, Zanda aveva proposto forme di elezione strutturalmente diretta dei consiglieri regionali, segnalati agli elettori in un listino ah hoc ed esplicitamente candidati a fare i senatori". Questa ipotesi permetterebbe di non modificare l'articolo 2 ma di proseguire con legge ordinaria.

Anche la maggioranza propone una modifica - Anche la maggioranza, però, ha proposto una modifica dell'articolo 2 della riforma del Senato. In un emendamento firmato da Giorgio Pagliari, esponente della maggioranza Pd, si chiede infatti di sostituire con "nei" la preposizione "dai" inserita alla Camera. La modifica scatenò la polemica perché consentirebbe al sindaco che non è più tale di restare senatore per tutta la consiliatura regionale, perdendo però stipendio e rappresentatività. Si tratta esattamente della modifica chiesta dal presidente del Senato, Pietro Grasso, per eliminare "contraddizioni" dal testo.

Niente ferie per dipendenti Senato - Gli emendamenti presentati al ddl sono in tutto 513.449. Per questo oltre 150 dipendenti di Palazzo Madama hanno dovuto rinunciare alle ferie per occuparsi della riforma costituzionale. Gli emendamenti sono raccolti in 100 tomi, ciascuno di mille pagine. Tutti i funzionari sono rimasti in servizio, Senato aperto anche sabato. Il presidente Grasso esprime "grande apprezzamento per la dedizione al lavoro".

Serracchiani: "Riforme o Paese a Salvini e Grillo" - Torna a chiedere unità il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani: "Dobbiamo portare le riforme a compimento nei tempi che ci siamo dati. Non per il Pd ma per il Paese e siamo assolutamente convinti che, in questo periodo di tempo, noi troveremo la disponibilità di tutti a un ragionamento comune che ci porti soprattutto a non consegnare il Paese a Salvini e Grillo".

Sul Senato la Serracchiani aggiunge: "La riforma ha avuto già due voti e spero che non ci siano strumentalizzazioni che chiedano modifiche tali da dover dire di no. Noi, come abbiamo sempre detto, siamo aperti al dialogo e alla discussione e utilizzeremo questi giorni che abbiamo davanti per trovare dei punti di equilibrio: abbiamo però un paletto, non possiamo tornare indietro sulle riforme".