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Mattarella dice no allʼintervento militare in Libia: "Serve una soluzione politica"

"I Paesi confinanti, lʼUnione europea e la Comunità internazionale trovino gli strumenti per riportare la pace nellʼarea. Impegno comune contro i terroristi"

sergio mattarella
ansa

Per aiutare la Libia a uscire dalla guerra civile "c'è la convinzione comune che occorra una soluzione politica e non militare, che consenta che si formi un governo di unità nazionale che riporti uno Stato funzionante". A sostenerlo, in visita ufficiale a Tunisi, è Sergio Mattarella, il quale esprime la speranza "che tutti i paesi confinanti della Libia, l'Unione Europea e la Comunità internazionale trovino gli strumenti".

Mattarella dice no allʼintervento militare in Libia: "Serve una soluzione politica"

Obiettivo pacificazione della Libia - L'obiettivo, dice il Capo dello Stato al termine del colloquio con il presidente tunisino Beji Caid Essebsi, è quello di "aiutare la Libia ad arrivare alla pacificazione". Parlando di questo primo confronto a Tunisi, Mattarella ha anche riferito che è emerso "un comune impegno contro il terrorismo". Infatti, ha aggiunto, "scopo principale di questa mia prima visita fuori dall'Unione Europea è di esprimere solidarietà per quanto sta avvenendo in Tunisia e vicinanza al percorso democratico in corso".

"Isis un marchio di morte e distruzione" - Il presidente della Repubblica ha dedicato una riflessione all'Isis dicendo che "si nutre di una narrativa fanatica e oscurantista. Dalla Siria e dall'Iraq, Daesh (cioè l'Isis) sta adesso cercando di diffondere il proprio marchio di morte e distruzione anche in altre aree del Mediterraneo e del Medio-Oriente a cominciare dallo Yemen e dalla Libia".

"L'Europa ha una nuova missione storica" - Mattarella ha poi rivolto il suo appello a Bruxelles che, ha detto, "deve prendere atto" del dramma dei profughi e "darsi una nuova missione storica che si ponga l'obiettivo di favorire una maggiore integrazione tra sponda Nord e Sud del Mediterraneo, creando le condizioni per uno sviluppo condiviso".

"Impegno per conoscere la sorte dei tunisini scomparsi" - "Faremo ogni sforzo per accertare la sorte" dei tanti tunisini che hanno attraversato il Mediterraneo nella prima fase della rivoluzione e dei quali non si hanno ancora notizie, ha poi assicurato il presidente della Repubblica rispondendo a una precisa richiesta delle autorità del Paese nordafricano. "Faremo il possibile, nonostante le difficoltà, per sanare questa ferita grave e ne daremo tempestivamente notizie al governo tunisino". E ancora: "Siamo in piena condivisione di intenti nello stipulare un patto di civiltà. La nostra è una comune lotta a difesa della civiltà e della pacifica convivenza".

Inoltre, ha spiegato che intende "sollecitare l'Unione Europea affinché si sviluppi una maggiore collaborazione con la Tunisia perché la Tunisia è un punto di riferimento importante per tutta l'area". E ha infine ricordato che già esistono alcune intese tra l'Unione europea e la Tunisia ma che "occorre ora dare loro piena attuazione".