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Decreto del fare, il governo pone la fiducia
M5S: pronti a fare ostruzionismo in aula

Franceschini: "Troppi gli emendamenti presentati. E niente disponibilità dai Cinquestelle". Lega e Fdi si "alleano" con i grillini per la battaglia parlamentare: testo impresentabile. A questo punto rischia, per un effetto "intasamento", anche il provvedimento sullʼomofobia

LaPresse

Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto legge "Fare" in Aula alla Camera. Lo ha annunciato all'assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. La fiducia è posta sul testo approvato dalle commissioni. Franceschini ha spiegato che Lega, Sel e maggioranza avevano ridotto i loro emendamenti. Ma, sottolinea il ministro, "la stessa disponibilità non è arrivata dal M5S".

Dopo che è stata posta la fiducia, la presidente della Camera Laura Boldrini ha sospeso la seduta convocando per le ore 12 la conferenza dei capigruppo: in quella sede dovrà essere deciso il prosieguo dei lavori dell'Assemblea.

Franceschini: "Troppi emendamenti. Fiducia strada obbligata" - "Da qui alla pausa estiva dei lavori parlamentari abbiamo un calendario complicato: bisogna esaminare sei decreti legge, le leggi europee, il ddl di riforma costituzionale, il testo sul finanziamento pubblico ai partiti e quello sull'omofobia: affrontare il voto su 800 emendamenti al dl Fare non consentirebbe di riuscire a esaminare tutto in tempo", ha detto Franceschini prima di porre la fiducia sul testo.

Franceschini ha spiegato che Lega e Sel avevano ridotto i loro emendamenti, così come la maggioranza, che si era limitata a sole dieci richieste di modifica del testo. La stessa disponibilità non è arrivata dai Cinquestelle. "Abbiamo avuto con loro un incontro - ha ricordato il ministro - e ci è stato detto che se avessimo accolto una serie di loro emendamenti gli altri sarebbero stati ritirati. Quando abbiamo obiettato che una parte di essi era ammissibile e un'altra no per ragioni di copertura ma anche di merito, quel gruppo ha deciso di chiedere il voto su tutti gli emendamenti".

M5S, Lega e Fdi pronti a dare battaglia con l'ostruzionismo - M5S, Lega e Fdi però non ci stanno e cercano la contromossa, che si chiama, in questo caso, ostruzionismo. I tre gruppi hanno infatti detto no alla diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto finali sul decreto, lasciando intendere che praticheranno ostruzionismo avvalendosi degli strumenti regolamentari che concedono tempi larghi di intervento ai deputati sui decreti legge. "Alla fine avevamo presentato otto-nove punti qualificanti di modifica al decreto del Fare, punti che avrebbero migliorato un testo pressoché impresentabile. Al governo, però, evidentemente non interessa affatto licenziare norme utili al Paese", hanno commentato i deputati del MoVimento 5 Stelle.

Ostruzionismo, si rischia effetto domino - L'ostruzionismo al decreto del fare, però, potrebbe avere conseguenze anche su un altro provvedimento in cantiere, quello sull'omofobia, a causa di un intasamento dei lavori parlamentari. "C'è certamente modo di riflettere sui temi etici e sull'omofobia, oggi o in autunno, ma adesso c'è da salvare l'Italia. Le divisioni su questo sono inutili. Una settimana in più o in meno non cambia molto", ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta. "Oggi - ha sottolineato Brunetta - l'emergenza è rappresentata dai problemi economici, non c'è un'emergenza omofobia che semmai dura da migliaia di anni".