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Kazaka espulsa, Alfano furioso: "Voglio i nomi" La donna: "Quella notte mi urlavano puttana"

La Farnesina: non decidiamo sulle espulsioni. La Questura: non subì alcun maltrattamento

LaPresse

Aria di resa dei conti al Viminale. Dopo la brutta figura del governo nell'affaire Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako espulsa il 30 maggio, esplode l'ira di Angelino Alfano. "Individuati i responsabili parlerò con i fatti. Non perdonerò chi mi ha messo in difficoltà". Il ministro dell'Interno era all'oscuro di tutta la vicenda, fino a quando non è stato informato dal ministro degli Esteri, a sua volta informato dai legali della donna.

Alma racconta quella notte da incubo - Il Financial Times pubblica intanto un documento in cui la donna, moglie del dissidente Ablyazov, racconta la notte del blitz nella villa di Casal Palocco, avvenuto tra il 28 e il 29 maggio. "Continuavano a gridarmi in italiano - ricorda -. Non capivo esattamente cosa dicessero. L'unica cosa che ho potuto distinguere in questa serie di offese fu 'Puttana russa'". "Avevo una sola sensazione in quel momento - riprende -: erano venuti a ucciderci senza un processo, un'indagine, senza che nessuno lo avrebbe mai saputo". 

"A un certo punto - si legge ancora nel memoriale - hanno portato Bolat (il cognato, ndr) nella stanza. Aveva un occhio rosso e gonfio, un labbro rotto, una ferita al naso. Disse che lo avevano pestato". Nella villetta c'erano infatti, oltre alla figlioletta di Alma, la sorella, suo marito e la loro figlia. La donna racconta ancora che, dopo una permanenza di "15 ore all'ufficio immigrazione", stremata e affamata, decise di confessare la sua storia, raccontando che era kazaka, che era la moglie del leader dell'opposizione, che il Kazakistan "era governato da un dittatore da più di 20 anni al potere e di come Nazarbayev elimina i leader dell'opposizione". Scrive inoltre: "Ero seduta davanti a chi pensavo fosse il capo dell'ufficio immigrazione. C'erano 12 persone lì. Tutti ascoltarono attentamente".

La Questura: "Non subì maltrattamenti" - La Questura di Roma ha smentito che la donna abbia subito maltrattamenti durante il blitz del 29 maggio nella villa di Casalpalocco. "In relazione alle dichiarazioni rese agli organi di informazione da Alma Shalabayeva - si legge in una nota - si smentisce che la stessa abbia subito alcun tipo di maltrattamento nel corso dell'operazione di polizia giudiziaria di cui è stato dato puntuale riferimento all'autorità giudiziaria competente".

Le minacce di Alfano - Una vicenda con tutti gli ingredienti della spy story, in cui tutto è avvenuto all'insaputa di tutti, come da manuale. "Ho dato al capo della Polizia (Alessandro Pansa, ndr) un tempo massimo di tre giorni per concludere l'inchiesta - tuona perentorio Alfano dalle colonne della Repubblica - poi chi mi ha ingannato pagherà".  Ha fretta di fare luce sulla vicenda il titolare del Viminale, anche perché la sua testa è a rischio: dalle fila delle opposizioni sono in molti a chiedere le sue dimissioni e non è escluso che anche una parta del Pd possa cavalcare questo scandalo. Quindi, urge fare chiarezza. Almeno per salvare il salvabile, vista la brutta figura fatta dall'Italia e denunciata senza mezzi termini dal ministro degli Esteri.

"Sono ben consapevole della gravità di questa vicenda e della pessima figura fatta dall'Italia - dice la Bonino sempre a Repubblica - e non a caso dalla notte del 31 maggio, da quando ne sono venuta a conoscenza, quasi non mi sono occupata d'altro". L'esponente radicale promette di fare tutto quello che serve per garantire i diritti della signora Shalabayeva". Ma anche lei, come il collega Alfano, chiede i nomi: "Qualcuno dovrà pagare, dovrà dire davanti all'opinione pubblica: sì sono stato io".

La Farnesina chiarisce: "Non abbiamo competenza sulle espulsioni" - La Farnesina precisa inoltre di non avere "alcuna competenza in materia di espulsione di cittadini stranieri, né accesso ai dati" su persone che abbiano ricevuto lo status di rifugiato politico in Paesi terzi, come si legge in una nota del ministero degli Esteri sul caso "in riferimento ad alcune interpretazioni apparse su organi di stampa odierni".