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Convenzione, Fassina e Renzi: no a Berlusconi
Alemanno a Tgcom24: niente veti o Letta cade

De Camillis (Pdl) a Tgcom24: "Prese di posizione non ragionate non fanno bene al Paese"

Ansa

Infuria la polemica sulla Convenzione per le Riforme istituzionali. Non solo la presidenza di Berlusconi incontra il veto di figure di spicco del Pd come Stefano Fassina e Matteo Renzi, ma la stessa idea che un'istituzione esterna al Parlamento si occupi di emendare la Costituzione incontra perplessità nel centrosinistra. Il Pdl non mette in discussione la Convenzione, ma insiste sulla presidenza del Cavaliere.

Alemanno a Tgcom24: "Nessun veto a Berlusconi, o salta il governo" - "Il Centrodestra accettò una bicamerale con D'Alema che non era meno segnato politicamente. Bloccare questa ipotesi con una pregiudiziale, rischia di mettere a repentaglio il governo Letta. E' un cattivo segnale e una scorrettezza che non aiuta la vita del governo ed è un peccato perché gli italiani su questo governo ripongono tante speranze". E' quanto affermato in diretta a Tgcom24 dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno.  

Renzi: "Inaudito pensare a Berlusconi" - 
 Duro il commento del sindaco di Firenze, Matteo Renzi: "Gravissimo fare di Berlusconi un padre costituente". "Immaginarlo - ha aggiunto - mi sembra inaudito. Il centrosinistra deve togliersi l'ossessione di Berlusconi e del berlusconiscmo, ma deve batterlo alle elezioni.

Fassina: "Leader Pdl non è garanzia"
 - Stefano Fassina, viceministro dell'Economia, ha detto che “Dobbiamo trovare una figura in grado di dare garanzie a tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. Temo che il senatore Berlusconi non sia tra queste".

Gasparri: "Sia Berlusconi a guidarla" - A Tgcom24, invece, il sottosegretario per i Rapporti col Parlamento Sabrina De Camillis (Pdl) ha sostenuto la candidatura di Berlusconi, affermando che "chi pone pregiudiziali senza un ragionamento fa del male al Paese". Dello stesso avviso Gasparri che afferma: "Sia Berlusconi a guidarla".

Rodotà si defila – Stefano Rodotà, già candidato dai 5 Stelle al Quirinale, ha dichiarato di non essere disponibile a guidare un organismo "che rappresenta un rischiosissimo attacco ai principi Costituzionali, la Convenzione è un cattivo servizio alla politica costituzionale, esattamente all'opposto di quello che si dovrebbe fare: rimettere al centro dell'attenzione il Parlamento".

Altre perplessità a sinistra - "Il problema non e' solo quello di chi la debba presiedere. Ancora prima viene la delicatissima questione dei poteri da assegnare alla Convenzione per le riforme, della quale si discorre con troppa superficialità. Di sicuro essa non può e non deve sostituirsi al Parlamento, derogando alla procedura di revisione stabilita dall'art. 138". Cosi' Franco Monaco della direzione nazionale Pd.