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Fiorito a casa? Sì, con un vitalizio da 4mila euro

Lʼex capogruppo del Pdl laziale in pensione a 50 anni grazie alle vecchie norme. Contrattualizzati 40 collaboratori esterni che sono costati alle casse pubbliche quasi 700mila euro

LaPresse

Nove anni. Solo nove anni e Franco Fiorito potrà beneficiare del vitalizio da ex consigliere regionale. Lo prevede una norma del 1995, malgrado i tagli già decisi ma virtuali, che dovrebbero partire solo dalla prossima legislatura. Il diritto al vitalizio (per lui saranno 4mila euro al mese) è dunque garantito per l'ex capogruppo del Pdl. Che, si scopre, tra il 2010 e il 2012 ha messo a contratto 40 collaboratori per un esborso di 700mila euro.

Tornando al vitalizio, la legge del Lazio prevede come base di calcolo l'80% dell'indennità parlamentare (circa 5.200 euro) più l'intera diaria (3500 euro) per un totale di quasi 9mila euro. L'importo del vitalizio poi si ottiene a seconda degli anni di consiliatura.

A Fiorito, che aveva già all'attivo una legislatura prima di quella targata Polverini, spetta il 40%, quindi circa 4mila euro al mese. Il diritto all'assegno maturerebbe a 55 anni ma rinunciando a una piccola percentuale si può anticipare a 50 anni. E il fatto che la legislatura finisca in anticipo rispetto alla scadenza naturale non incide. Tutti a casa quindi, ma con il vitalizio.

Quei 700mila euro extra
Spunta poi l'ennesimo "regalo". Il "Corriere della Sera" racconta che tra il 2010 e il 2012 il Pdl contrattualizza quaranta collaboratori extra, che soltano l'anno scorso costano alle casse pubbliche oltre 665mila euro. Il motivo? "Per svolgere al meglio il lavoro dei consiglieri", come scrive Fiorito in una lettera inviata il 28 febbraio al Comitato di controllo. Dove si parla di "assunzioni necessarie" che naturalmente comportano "l'impiego di elevate somme assegnate al Gruppo". Obiezioni? Nessuna. Nè dentro, nè fuori dal partito.